Immagina di camminare in un meraviglioso mondo alla rovescia, dove fiori e piante crescono dall’alto verso il basso, circondandoti con i loro profumi e colori. Ogni fiore ha abbinato il suo compagno, un insetto la cui attività può intensificare sensibilmente la scia odorosa sprigionata dalla corolla, a seconda delle diverse ore del giorno.
Spingiti più in là e immagina che i fiori - nello specifico orchidee - reagiscano al vostro incedere, scendendo lentamente dall’alto e avvolgendovi con la loro magica presenza, nella forma di un emisfero che si sviluppa intorno a voi. Infine, una musica sottile, quasi eterea, ti trasporta con leggerezza in una dimensione intima e delicata.
Potrebbe sembrare l’introduzione perfetta di una delle tante tecniche di rilassamento in voga oggi, ma in realtà quello appena descritto sopra è un vero sogno, vero nel senso che si può toccare con mano.
Questa visione onirica ha preso forma nel 2015, grazie alla creatività di Team Lab, un collettivo di artisti giapponesi che fa delle tecniche digitali la propria cifra stilistica.
La scenografica danza dei fiori è infatti originata da appositi sensori che rilevano il movimento, rendendo così il giardino sospeso capace di interagire con i suoi visitatori. Le orchidee respirano, crescono e sbocciano sospese. Non hanno infatti bisogno di suolo per vivere, dato che le loro radici riescono ad assorbire acqua e nutrienti autonomamente: perfino l’umidità dell’aria può essere sufficiente.
Presentata al Museo Mirakain di Tokyo ed in seguito alla scorsa Maison&Object di Parigi, ad oggi è ancora fruibile come esposizione permanente del Team Lab, un invito a riavvicinarci alla natura come esseri naturali noi stessi, riscoprendoci come elementi di un sistema vivo e coerente. Ecco perché il titolo dell’installazione recita Flowers and I are of the same root, the Garden and I are one (I fiori ed io veniamo dalla stessa radice, io e il giardino siamo una cosa sola).
L’ispirazione per questa favola fluttuante composta da ben 2300 orchidee viene da un antico racconto zen, Il fiore di Nansen, dove appunto un semplice fiore diventa il pretesto per ribadire come tutte le cose appartengano alla stessa essenza.
Si discute spesso sul reale valore dell’ arte contemporanea, un discorso che non di rado si blocca sull’impossibilità di definire ciò che è arte e ciò che non lo è. Il panorama delle opinioni in merito è vastissimo, ma secondo di chi vi scrive, una sensibile differenza la fa quando l’arte, più che essere provocazione fine a se stessa, diventa un mezzo per denunciare, comunicare esigenze nascoste, represse o anche solo dimenticate.
Il lavoro del Team Lab rientra proprio nell’ultimo caso: richiamando le nostre emozioni più profonde il floating garden ribadisce l’importanza del rispetto per la terra e i suoi principi, portandone le ragioni in forme di rara bellezza, scaldando il cuore e appagando i sensi.
E allora perché non cercare di replicare in casa, anche se in piccolo, il lavoro degli artisti giapponesi? Se poi il nostro problema è lo spazio, un giardino pensile sarà la soluzione pratica ideale, nonché di notevole impatto estetico.
Credits: Jeff SheldonRegalarci un angolo verde tra le mura domestiche non significa solo avere una boccata di ossigeno fresco e un colpo d’occhio d’effetto nel nostro soggiorno. I benefici di un contatto costante tra uomo e natura sono provati, sia a livello mentale che fisico: non solo il livello di stress, ma anche il sistema immunitario e quello endocrino migliorerebbero con la presenza di più elementi verdi nella nostra quotidianità. Non bisogna poi dimenticare l’azione purificante sulla qualità dell’aria all’interno delle nostre case, spesso dannosa a causa di alcune vernici e materiali impiegati, anche se ufficialmente ammessi dal mercato come sicuri.
Cerchiamo dunque di integrare il più possibile piante e fiori nel nostro appartamento quindi, anche con soluzioni inaspettate e originali, perché non si sa mai: ogni angolo della nostra casa potrebbe diventare la piccola dose di felicità della nostra giornata.
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