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Il caso Copenhagen: quando il design arreda gli aeroporti
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Il caso Copenhagen: quando il design arreda gli aeroporti

È una domenica mattina, ma del 1927. Tu e la tua famiglia danese siete vestiti a festa, ma non per uscire a pranzo: andrete, esattamente come molte altre famiglie e coppie di amici, ad assistere al decollo degli aerei. È quasi diventato un rito cittadino. 

L’aeroporto di Copenhagen nasce due anni prima, nel 1925. È formato, all’epoca, da un terminal in legno, un paio di hangar, una mongolfiera, una pista di atterraggio per idroplani e alcuni prati usati come piste. L’erba è tenuta corta da greggi di pecore, che vengono messe al riparo prima dei decolli e degli atterraggi. 

Da allora, l’aeroporto di Copenhagen ha fatto molta strada, non solo per il traffico di passeggeri che accoglie ogni anno - e perché una notte di settembre nel 1999 è stato spostato 3,8km più in là rispetto la sua posizione originaria. 

L’aeroporto di Copenaghen è uno dei primi al mondo ad aver studiato attentamente il comportamento dei propri utenti, in occasione dell’ampliamento di un terminal. Si tratta di un approccio diverso al problema della gestione del flusso di folla, che mostra anche la volontà forte di presentare un ambiente su misura e attento ai propri visitatori.

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La prima versione dell’aeroporto [realizzata tra il 1936-39] era funzionale. La seconda, realizzata dallo stesso architetto, aveva lo stile modernista degli Anni Sessanta. A metà degli Anni Novanta, il nostro studio ha disegnato il Terminal 3 e […] i tempi erano cambiati: c’era bisogno di un’identità ed espressione architettonica più grande.
Thomas Scheel, architetto e partner dello studio Vilhelm Lauritzen Architects

Kit da Viaggio
Sticker "L'AèRopostale-Airport"

L’esperienza dell’aeroporto

Sin dalla sua versione del 1939, curata da Vilhelm Lauritzen, l’aeroporto di Copenhagen ha dimostrato una grande attenzione nell’accoglienza dei viaggiatori. A partire dai pavimenti: quelli in pietra sono usati nell’area di check-in, mentre quando i viaggiatori raggiungono il piano superiore, dove attenderanno l’imbarco, vengono accolti dal calore del legno.  

Quest’uniformità è stata mantenuta nel tempo, nonostante l’aeroporto sia formato da una serie di spazi costruiti e concepiti in momenti differenti - e, soprattutto, di cui i visitatori fanno esperienza in modi diversi. L’ultimo rinnovamento ha dovuto tenere conto delle esigenze di chi affronta i voli extra-europei e le lunghe tratte, ed è stato condotto nel 2015 dallo studio Schmidt Hammer Lassen Architects, a cui è stato chiesto di reimmaginare l’ampliamento del Pier C.

© Egon Gade© Egon Gade

Gli architetti dello studio hanno deciso di continuare l’ottica di accoglienza, supportandola però con studi comportamentali fatti da esperti. La raccolta dei dati, lunga e meticolosa, ha dimostrato che il flusso della folla in un aeroporto non è casuale: le persone viaggiano e si muovono all’interno della struttura in modi molto diversi a seconda che si trovino in gruppo, da soli, in viaggio di lavoro o in vacanza.  Le famiglie hanno sicuramente bisogno di angoli confortevoli dove rilassarsi e rimanere uniti, chi vuole o deve lavorare necessita di tavoli spaziosi e sgabelli alti dove potersi concentrare.

Sedia Drop
Sedia impilabile Ant

Il primo passo è stato quindi conciliare le esigenze diverse dei viaggiatori con la creazione di un ambiente quieto, in cui il relax e la discrezione fossero le priorità.

© Egon Gade© Egon Gade

La soluzione

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L’importanza di usare arredamento di design non può essere sottovalutata. Scegliere il giusto mobile è come esporre un pezzo d’arte.
Niels Boserup, ex Ceo al Copenhagen Airport

L’arredamento del Pier C è stato commissionato a Fritz Hansen, l’iconico brand di design danese. Le Series 7 Chairs and Dot Stools nella versione scura risaltano nell’ambiente immacolato e luminoso, rendendo immediatamente evidente, ai passeggeri, l’identità del luogo e del Paese in cui si trovano. 

Nulla, in quest’area, è lasciato al caso. Dallo studio comportamentale è risultato che la classica fila di sedie connesse, in realtà, non è per nulla funzionale: le persone tendono a sedersi nel secondo o terzo posto di ogni fila, evitando i primi e la zona centrale. Per questo le sedie di Fritz Hansen sono state disposte in gruppi di non più di cinque, seguendo uno schema che ricorda il Tetris: in questo modo le persone si dispongono in modo naturale nella postazione adatta alle loro esigenze, senza bisogno di istruzioni che forzerebbero l’atmosfera rilassata. 

© Egon Gade© Egon Gade
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La posizione di ogni sedia è stata pensata in modo scrupoloso. E funziona.
The Republic of Fritz Hansen

Non tutte le sedute sono uguali, e non solo nella loro disposizione: alcune sono laccate, altre hanno i braccioli, quelle vicine alle vetrate sono imbottite per una sosta più confortevole, a differenza di quelle prossime al corridoio, che vengono scelte da chi ha bisogno di spostarsi velocemente e senza intralci. 

Tutte le sedie e gli sgabelli sono inoltre realizzati nella versione montata su colonne, per aumentare il senso di altezza e leggerezza dati dall’architettura. 

© Egon Gade© Egon Gade

Ogni cosa, in questo ambiente, restituisce alla perfezione una cura meticolosa e l’identità del design scandinavo, senza che questo avvenga a discapito del comfort del viaggiatore. 

L’estetica è d’impatto e il design non è solo un complemento, ma l’anima che orchestra tutto l’insieme.

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Ti dà il senso di sapere esattamente dove ti trovi nel mondo - ed è anche bellissimo.
Thomas Woldbye, Ceo al Copenhagen Airport
Sedia Grand Prix colorata
Sedia Series 7 in legno
Sedia impilabile Ant colorata
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