Lovelist
La tua lovelist è vuota: esprimi un desiderio!
LOVELIST
IL TUO CARRELLO
Il tuo carrello è vuoto: inizia lo shopping!
VEDI IL CARRELLO

Enzo Mari

Dalla formazione all'Accademia di Brera, per Enzo Mari la vita è stata un accumularsi di successi che lo hanno portato a vincere 4 Compassi d'Oro, tra cui uno alla carriera nel 2011. La prima collaborazione con il marchio Danese risale al 1957 ed è l'inizio di un legame proficuo e duraturo. Ricordiamo la partecipazione alla Biennale di Venezia, le esposizioni al MOMA e al Musée du Louvre.
infoboxes Servizio Clienti Dedicato
Hai dubbi o domande?Contattaci!
+39 02 94755933
customercare@lovethesign.com
Prodotti 100% Originali
Selezioniamo i migliori brand di design e lavoriamo fianco a fianco con loro. Perché? Per garantirvi prodotti 100% originali e una qualità certificata due volte, da loro e da noi.
Soddisfatti o Rimborsati
Se non sei soddisfatto del tuo acquisto, fare un reso è davvero facile. Consulta le FAQ per maggiori dettagli.
Pagamenti Sicuri
VisaMasterCardAmerican Express
PayPalAmazon PayKlarna

Enzo Mari e la voglia del riscatto

 Enzo Mari nasce nel 1932 in un’umile famiglia di un piccolo paesino in provincia di Novara, per poi trasferirsi qualche anno più tardi a Milano, dove vive con i genitori in un modesto appartamento in Via Solferino. Fin da piccolo si adopera cimentandosi in lavoretti occasionali per guadagnarsi da vivere e aiutare in casa. Mosso dal desiderio di riscatto personale e supportato dal padre che lo sognava professore universitario, Enzo Mari inizia a frequentare l’Accademia di Brera agli albori degli anni Cinquanta, formandosi in letteratura e arte, e approfondendo temi legati alla psicologia e alla percezione visuale.

Curioso pensare che l’iscrizione all’Accademia sia stata per Mari quasi un ripiego! Il suo sogno, infatti, era quello di perseguire gli studi in campo scientifico, materia che oggi approfondisce divorando libri comodamente seduto sul suo divano di casa.

Ma il liceo, così come gli atenei universitari, era fuori dalle possibilità della sua famiglia: intraprendere la strada percorsa dagli artisti a cui non veniva richiesto alcun diploma fu la scelta più facile da seguire. Scelta che, col tempo, è risultata vincente.

Sempre nei frenetici anni Cinquanta, Enzo Mari porta avanti l’attività artistica esponendo le sue opere in mostre personali e collettive, proposte sia in ambienti ristretti, come le gallerie, che in spazi di più ampio respiro, come i musei di arte contemporanea.

Enzo Mari, la guerra e il comunismo

 Enzo Mari si presenta come un uomo severo e lucido forgiato dai terribili anni di guerra vissuti in prima persona.

I bombardamenti, così come i ricordi di Milano, città sventrata, sono immagini indelebili che hanno influito notevolmente sul carattere del luminare, filologo visivo ancor prima che designer.

«Progettare è come compiere un atto di guerra, non è un gioco.» 

Come ogni grande pensatore, concentrato e dedito al suo lavoro, Enzo Mari svolge diverse ricerche teoriche che avvalorano e rafforzano i suoi tanti progetti. Dichiara in maniera franca di ispirarsi all’ideologia egalitaria e marxista e di abbracciare i principi del comunismo tanto da recuperare uno slogan del Movimento dell’Arte Programmata per spiegare, rivolgendosi ai più, che«lo scopo del designer è far diventare il consumatore un partner. L'utente non è più un soggetto passivo, ma diventa fruitore di un oggetto e di un processo in cui ha una parte attiva».

Enzo Mari è un uomo pratico, senza fronzoli per la testa. Lavora in maniera pressante e continuativa ma mai per un mecenate perché, citandolo, «volete sapere chi sono i miei veri committenti? Sette miliardi e mezzo di persone, tutti gli abitanti della Terra. Non pensate al piccolo gruppo, al negozio sofisticato di design. Siate umani, fate quel poco che riuscite a fare. Ma fatelo per tutti».

Enzo Mari e il concetto di design

 Dalla fine degli anni Cinquanta Enzo Mari sceglie di occuparsi anche di design, partecipando a movimenti di avanguardia ed entrando a far parte del gruppo dell’Arte Cinetica, dove ha avuto modo di conoscere Bruno Munari, che diventerà in poco tempo suo maestro putativo, influenzando molti dei suoi lavori.

Secondo Mari, il compito del designer è quello di realizzare oggetti apprezzabili dal punto vista estetico ma allo stesso tempo utili ed efficienti. Famosa l’intervista rilasciata a Ugo Gregoretti in cui si serve del contenitore Java, realizzato per Alessi, per sottolineare che con i suoi progetti vuole porre attenzione sia al lavoro dell’operaio, che concretamente realizza il prodotto, sia all’utilizzo che il fruitore ne farà.

Il design, insomma, ha un importante aspetto sociale, oltre che rivoluzionario. Per Mari il vero designer non è il teorico ma l’artigiano. Forte delle sue idee, agli inizi degli anni Settanta espone la sua Proposta per un’autoprogettazione, un valido manuale in cui è possibile trovare disegni e progetti per realizzare sedie, divani e tavoli utilizzando semplicemente viti e assi di legno! Questi prodotti sono universalmente riconosciuti con il nome di Metamobili.

Enzo Mari e Danese: un sodalizio di oltre 50 anni

Superato il periodo cupo e grigio del dopoguerra, Enzo Mari rinasce a nuova vita cavalcando l’onda delle opportunità data dal nascente mondo del design industriale, iniziando un’importante collaborazione con Danese, colosso milanese specializzato in arredi, rapporto che diventerà col tempo un sodalizio indissolubile e che durerà per oltre cinquant’anni.

Nel 1957, solo un anno dopo aver terminato gli studi, Enzo Mari propone al brand la sua prima idea folle, come lui stesso ama definirla: un gioco per l’infanzia realizzato in legno lavorato a mano, composto da 16 animali. A metà tra un puzzle ed un gioco di costruzioni, questo prodotto verrà poi riproposto in altri materiali come la cellulosa e la resina. La serie limitata che Danese produce dal 2003 in dimensioni originali trasforma gli elementi di questo gioco per bambini in veri e propri complementi di arredo. 

Molti dei prodotti che Enzo Mari realizza per Danese sono diventati best seller. Dal calendario Formosa e dalla serie di stampe della linea Natura ai vasi in porcellana, passando per il vassoio Putrella e l’appendiabiti Tricorno… Quando si dice che l’unione fa la forza!

Enzo Mari e l’avvento della plastica

 Enzo Mari vive appieno il florido periodo del boom economico che interessa l’Italia degli anni Sessanta, divertendosi a sperimentare con nuovi materiali come la plastica, che irrompe in maniera perentoria nel quotidiano.

La plastica diventa in breve tempo uno strumento insostituibile nella vita della persone, dando la possibilità ai più di accedere a consumi prima riservati a pochi eletti. La plastica semplifica una miriade di gesti quotidiani, porta colore nelle case degli italiani e rivoluziona le vecchie abitudini, facendo approdare le persone ad uno stile di vita assolutamente moderno.

Gli sperimenti e le ricerche di Enzo Mari si concretizzano in una serie di prodotti realizzati in PVC o ABS: dal portaombrelli cilindrico al vaso Pago Pago fino al vaso Tortiglione, tutti prodotti che verranno poi messi in vendita per Danese.

Questi, come tutti gli altri oggetti firmati da Mari, hanno un’importante caratteristica ad accomunarli: concettualmente perfetti e capaci di inserirsi in qualsiasi contesto, sono realizzazioni senza tempo pensate per le case di ieri, di oggi e di domani. 

Enzo Mari: la coscienza del design

Enzo Mari è universalmente considerato uno dei maggiori teorici del design italiano e mondiale.

Citando Alessandro Mendini, altro grande del design italiano: «Mari non è un designer, se non ci fossero i suoi oggetti mi importerebbe poco. Mari invece è la coscienza di tutti noi, è la coscienza dei designers, questo importa.»

Pluripremiato presidente dell’Associazione per il Disegno Industriale, assegnataria del Compasso d’Oro, riceve questo famigerato premio per ben 4 volte: uno per decade, proprio perché la sua lungimiranza creativa ha segnato gli ultimi 50 anni di storia dei design

La lista dei nomi delle industrie con cui collabora è lunga e importante: da Artemide a Castelli, da Alessi a Driade, passando per Magis, Lema e Zanotta, oltre alla già citata Danese.

Paese che vai… Mari che trovi

 Le realizzazioni di Enzo Mari sono entrate a far parte di numerose e importanti collezioni curate da musei di arte contemporanea. Visitando la Galleria Nazionale d'Arte Moderna a Roma o il Louvre a Parigi, potrete ammirare alcune delle sue opere, mentre passeggiando tra le suggestive sale del Museum of Modern Art di New York, ancora sballottati per il jet leg, tornerete con i piedi per terra imbattendovi nel celeberrimo Calendario.

A Enzo Mari vengono dedicate importanti mostre personali, come quella organizzata nel 1983 all’Università di Parma presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione e quella allestita qualche anno più tardi a San Marino, Modelli del Reale.

Nel 2008, in occasione dell’Anno Internazionale del Design, presso la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea di Torino è stato possibile partecipare alla sua personale antologica Enzo Mari: l'arte del design.  La terra piemontese onora così il suo grande enfant prodige. 

Fervido pensatore a partire dagli anni Settanta e per i successivi quaranta, Enzo Mari compone diversi scritti quali Funzione della ricerca estetica, Ipotesi di rifondazione del progetto,  Dov'è l’artigianato, La libertà della manifattura, Progetto e passione. L’ultima sua fatica risale al 2008 con Lezioni di disegno: storie di carte, draghi e struzzi in cattedra. 

Enzo Mari: il maestro

Assetato di cultura e affascinato dai grandi della letteratura greca, in primis Platone e il suo discepolo Aristotele, insegna anche in diversi atenei proponendosi come Maestro contemporaneo. E il suo look con una lunga ma curata barba bianca favorisce quest’immagine!

Severo ma allo stesso tempo ironico il commento che rilascia in occasione del riconoscimento Laure ad honorem conferitagli dall’Accademia di Brera, ateneo che torna come una costante nella sua vita.

«Ho fatto un calcolo, serviranno 4 generazioni, circa un secolo, perché vi siano concrete possibilità che quanto ho cercato di insegnare nel corso della mia vita inneschi un cambiamento.»

Enzo Mari, con le sue contraddizioni e prese di posizioni, spesso discusse anche dai suoi stessi colleghi, rimane uno dei nomi più influenti e riverito nella storia del design italiano postmoderno. L’approccio al suo pensiero può essere lungo e impegnativo, ma sicuramente rivelatore.