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Zanotta e Steve Jobs, una vita nel futuro
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5 Minuti

Zanotta e Steve Jobs, una vita nel futuro

La tua visione imprenditoriale, Steve, ricorda da vicino quella di Aurelio Zanotta. Un visionario che, come te, credeva nella bellezza della semplicità e soprattutto nell’innovazione a tutto tondo. Rileggendo alcune delle vostre riflessioni, sembra quasi di abbeverarsi alla stessa fonte. Ricordi ad esempio quando incalzavi commercianti e industriali ad arricchire le vite dei clienti, a renderle migliori e più felici? Il tuo pensiero era cristallino:

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Non puoi semplicemente chiedere ai consumatori cosa vogliono e poi provare a darglielo. Non appena l’avrai costruito, loro vorranno qualcosa di nuovo.
Steve Jobs
Immagine grande: divano Hiro di Damian Williamson e tavolino Basello di Achille Castiglioni. A destra: tavolo Quaderna di Achille Castiglioni e sedie Elipse di Patrick Jouin (in alto), tavolo Tweed di Garcia Cumini (in basso)

Aurelio Zanotta, il fondatore dell’azienda che, proprio come una figlia, ha preso il suo cognome, era, anni prima di te, della tua stessa opinione: 

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Credo che l’industria dell’arredamento debba continuare a sforzarsi per anticipare bisogni futuri non limitandosi a soddisfare la domanda passiva del pubblico. Dobbiamo presentare al pubblico una produzione con precise funzioni ma che abbia qualità innovative ed emotive.
Aurelio Zanotta, Design Conference, Aspen 1989

A te che hai cambiato la vita delle persone, rivoluzionando il modo di comunicare, navigare su internet o ascoltare la musica, quest’idea del padre di Zanotta è affine. Hai partecipato alla Design Conference di Aspen nel 1981, otto anni prima del celebre intervento di Aurelio, facendo tuo un principio che poi guidò i tuoi progetti assieme all’amore per il minimalismo giapponese: la semplicità funzionale del design made in Italy. 

Sedia Lia in tessuto
Appendiabiti Sciangai - Second Chance
Libreria Joy con 5 ripiani
Tavolo quadrato Quaderna
Poltrona Gilda in tessuto - Second Chance
Letto matrimoniale a baldacchino Milleunanotte in stoffa

Zanotta e Steve Jobs, tra innovazione e cultura del design

Hai sempre amato il design italiano, e Zanotta è un araldo del made in Italy. Un’azienda capace di coniugare profitto e cultura in un circolo virtuoso in cui il primo finanzia la seconda: un binomio simboleggiato dai due punti del logo. 

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Mi era chiaro che il ruolo dell’industriale poteva essere più incisivo se riusciva, attraverso la propria produzione, anche a offrire al pubblico gli strumenti per crescere culturalmente […] Significa dare spazio alla ricerca, intesa in tutte le sue componenti: estetiche, formali, tecnologiche, sociologiche oltre che di mercato.
Aurelio Zanotta

Rischiare facendo cose nuove: rinvigoriti dal boom economico e da un approccio entusiasta e spontaneo all’industria, gli anni ’50 in Italia, quelli del lancio di Zanotta, sembrano simili agli anni ’80 in America, quelli del successo del Mac e del mouse. 

È impresa ardua condensare la cifra stilistica di un’azienda nata un anno prima di te, che conta in catalogo oltre 500 progetti e più di 100 premi, tra cui tre Compasso d’Oro. Pensa però che negli anni ’70 Zanotta entra nel guinness dei primati con il tavolo Marcuso di Marco Zanuso, introducendo nel settore dell'arredamento la saldatura diretta del cristallo al nottolino in acciaio, mutuata dall'industria automobilistica. All’ultimo Salone del Mobile il tavolo è tornato protagonista nella finitura col piano rivestito in cemento. 

In alto: Albero di Achille Castiglioni, tavolo Marcuso 2530 di Marco Zanuso, sedie Elipse di Patrick Jouin. In basso: pouf Sacco di Gatti, Paolini e Tedoro, letto Talamo di Damian Williamson

Come tu hai cambiato la rotta di svariati settori dell’industria, non da ultimo quella musicale, Zanotta ha tracciato il suo varco nella storia del design. Hai un divano sfoderabile a casa? È merito suo. 

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È osservando i rivestimenti sfoderabili dei poggiatesta sugli aerei che mio zio ha avuto l’intuizione, e ha reso sfoderabili anche i divani.
Marta Zanotta
Tavolo quadrato Marcuso
Specchio Milo - Second Chance
Tavolo Orione

Cos’è il design?

Se la tecnologia può essere di design, il design deve essere tecnologico. E anche semplice, durevole, sostenibile, emozionante. Lo è Sacco, una seduta destrutturata e accogliente come un abbraccio, ispirata niente di meno che ai contadini e ai loro materassi pieni di foglie: come i tuoi computer, è stato esposto al MoMa ed è figlio dell’anticonformismo. 

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Non cerco oggetti che fanno 'moda' perché penso che la moda sia conformismo e il conformismo dal mio punto di vista appartiene già al passato.
Aurelio Zanotta
Immagine grande: divano Kim di Ludovica e Roberto Palomba. A sinistra: divano Hiro di Damian Williamson (in alto) e sgabello Mezzadro di Achille Castiglioni (in basso)

Aurelio Zanotta aveva un'autentica propensione per la sperimentazione e gli oggetti insoliti e dirompenti. Lo è anche lo sgabello Mezzadro di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, ancora oggi protagonista al Salone assieme a una riedizione di Albero e alla versione alta del Servomuto. Omaggio ad Achille Castiglioni, maestro del made in Italy, che esattamente come te era un attento osservatore, interessato al modo in cui le cose funzionavano e sostenitore della semplicità. 

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Il design non è come sembra o come appare. Il design è come funziona.
Steve Jobs
Sgabello Mezzadro
Pouf Sacco grande - Second Chance
Tavolino Servomuto con piano reversibile - Second Chance
Sgabello Sella - Second Chance
Poltroncina girevole Eva in tessuto
Appendiabiti Servonotte
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