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Le ore, i minuti e i secondi scandiscono la nostra vita e registrano i momenti che rimarranno impressi per sempre nella nostra mente, belli o brutti che siano. Tutto questo grazie all'orologio, invenzione che ha fatto la storia e continuerà a farla. In realtà, fin da quando è nato, l'uomo ha avuto l'esigenza di scandire il tempo, sfruttando prima le risorse naturali a disposizione (il sole prima e le stelle poi), e successivamente il proprio ingegno. La storia e l'evoluzione dell'orologio è davvero interessante anche perché, dai primissimi modelli a quelli super moderni e figli della più evoluta tecnologia, non rappresenta solo uno strumento per scandire il tempo ma anche status symbol della propria condizione sociale, elemento d'arredo, accessorio trendy da non far mancare in ogni outfit e decodificatore di usi e costumi. Ciò che tuttavia accomuna gli orologi di tutto il mondo è il fatto di riuscire a misurare come per magia il tempo. Crono, antico Dio legato alla mitologia della creazione, significa propriamente tempo. Si racconta che Crono, figlio di Urano e Gaia fosse la divinità più giovane dei Titani. Dopo aver ferito gravemente il padre con l'arma regalatogli dalla madre, prese possesso del controllo del tempo. Sempre riferendoci alla mitologia, i romani identificavano il Dio tempo con Saturno, personalità alquanto bizzarra, visto che era anche il responsabile del buono o del cattivo umore degli uomini e della nefasta possibilità di scivolare nella pazzia. Saturno era visto anche come il simbolo dell'eternità e il suo potere era dato dalla gruccia che teneva tra le braccia molto gelosamente. Gli egizi, antico popolo molto devoto alle divinità, individuava nella simbologia doppia del serpente e della clessidra il Dio Tempo, denominato qui Horus.
Divinità a parte, il primo rudimentale strumento inventato per misurare il tempo fu il cosiddetto Gnomone, un bastone piuttosto lungo che permetteva di scandire il tempo in base alla lunghezza delle ombre proiettate dalla luce solare sul terreno. La sua nascita viene fatta risalire intorno al 1500 Avanti Cristo. Dopo lo Gnomone, si è passati alla meridiana, strumento più evoluto del precedente. Essa era stata realizzata con l'ausilio del classico Gnomone ma con l'aggiunta di un quadrante. L'asticella, dopo essere stata inclinata parallelamente all'asse terrestre, era in grado di determinare unità di tempo di durata identica in qualsiasi zona fosse posto. La scoperta fu essenziale per dimostrare l'universalità del tempo, che non cambia in base ai luoghi geografici. Tuttavia la meridiana, anche se ingegnosa, non funzionava durante le ore notturne o in condizioni di scarsa visibilità. L'unica soluzione percorribile per ovviare al problema era quella di creare uno strumento per misurare il tempo che non dipendesse unicamente dalla presenza o meno della luce solare. Egizi e caldei si ingegnarono e diedero vita alle prime clessidre. Tali strumenti, che ancora oggi esistono, scandivano il passare delle ore e dei minuti tramite il passaggio di sabbia o acqua in una struttura a doppio vano intervallata da un sottile cunicolo. Il funzionamento a clessidra si mantenne inalterato per diversi secoli, anche quando comparvero gli svegliarini, annoverati tra i primissimi orologi meccanici della storia. Che cosa li differenziava dagli orologi che siamo abituati a conoscere? Gli svegliarini funzionavano esattamente al contrario. Ciò vuol dire che un indice a tenuta fissa segnava l'ora esatta, che si poteva vedere sul quadrante. L'indice era in grado di fare giri da 12 e 24 ore: perché si compisse un giro completo, era però necessario inserire un piccolo bastoncino di legno che, tornato al punto di partenza, azionava la suoneria dell'orologio.
Nell'anno 1086 iniziano ad apparire i primi orologi meccanici senza pioli, che vanno a sostituire i precedenti, decisamente scomodi e imprecisi. Il primo prototipo è di origine cinese: azionato tramite acqua, indispensabile per produrre l'energia per farlo funzionare, era in grado di indicare l'ora in maniera abbastanza fedele. I maestosi orologi a torre caratterizzano il Trecento: essi erano parte integrante delle chiese e dei monasteri e andavano ad impreziosirne i campanili. Al loro interno si celava un complicato gioco di ingranaggi ferrei che ne permettevano il funzionamento. In quell'epoca, la religione cristiana era un valore non solo personale ma anche sociale. Gli orologi a torre erano dunque un espediente in più per ricordare ad ogni singolo cittadino di pregare e pentirsi, evitando la dannazione eterna. In base ai tocchi della campana infatti, ci si doveva raccogliere in preghiera o recare alla messa. Gli orologi delle torri che sovrastavano la città non erano assolutamente precisi, anche se mantenevano una grande funzione di aggregazione sociale e di controllo delle masse da parte del clero. Si scoprì infatti che l'ora canonica era più lunga di giorno nel periodo estivo e più breve in quello invernale. Gli orologi posti sulle strutture civiche, al contrario, non avevano questo inconveniente. In territorio italiano, l'invenzione vera e propria dell'orologio (o meglio, la sua introduzione ufficiale), viene attribuita a Jacopo Dondi. L'architetto padovano realizzò un sofisticato orologio che non solo segnava le ore ma anche la traiettoria delle costellazioni, la posizione dei pianeti dell'orbita terrestre e le fasi lunari. Eccoci arrivare come in un lampo nel diciottesimo secolo, dove la diffusione e il miglioramento della precisione degli orologi non ebbero rivali. I primi prototipi di orologio a molla si devono al genio di John Harrison. I suoi orologi erano precisi ed affidabili e avevano un vantaggio mai raggiunto fino ad ora, ovvero quello di poter funzionare a bordo delle navi e delle imbarcazioni in generale. Non male, se si pensa che in quel periodo gran parte del commercio e degli affari si svolgevano via mare.
Come accennavamo poco prima, l'orologio non ha solo interesse a livello ingegneristico ma anche artistico. Il suo stile e i materiali di realizzazione sono infatti mutati nei secoli, rispecchiando usi e costumi del periodo. I primi orologi erano veri e propri gioielli artistici. Realizzati in oro o in bronzo, avevano una superficie riccamente decorata ed intarsiata rigorosamente a mano. Proprio per questo erano destinati a chi poteva permetterseli e non certo alla fetta più povera della popolazione, che doveva accontentarsi degli orologi posti sui campanili delle chiese. I modelli più belli erano decorati anche nella parte interna, in modo da valorizzare ulteriormente gli ingranaggi, che diventavano sempre più evoluti e precisi. I meravigliosi orologi da tavolo erano spesso incastonati in strutture in legno, oro o bronzo, che esaltavano il loro fascino indiscusso. Gli orologi a pendolo invece avevano battente in oro e cassa in legno, quasi sempre decorata a mano. Il pendolo e il quadrante erano protetti dal vetro che, grazie alla sua luminescenza, faceva risaltare ogni singolo elemento. Non certo di meno interesse gli orologi da torre del periodo: uno degli esempi più lampanti è l'orologio posto sulla torre della piazza veneta San Marco, che terminò la sua lunga ristrutturazione nel 1493. I Mori, le conosciutissime statuette poste sulla sua sommità, segnalano ogni ora inchinandosi con devozione alla statua della Madonnina, colpendo nello stesso tempo la campana, che può così suonare piacevolmente. L'orologio di San Marco a Venezia non segna solamente le ore ma fornisce anche preziose indicazioni astronomiche e lunari. Non da meno la struttura sul quale è posto l'orologio, che vanta un quadrante con diametro imponente, sie si pensa che arriva a quasi 5 metri totali. L'orologio in questione fu poi restaurato nel diciottesimo secolo, per poi giungere intatto ai nostri giorni, quando milioni di visitatori con il naso all'insù rimangono affascinati da un'opera d'arte ingegneristica e artistica di questo calibro. Un altro orologio degno di nota è quello che possiamo ammirare del Duomo di Messina. Il campanile che lo supporta ha un'altezza da capogiro, ben 48 metri. La sua realizzazione risale agli anni Trenta per opera della ditta di Strasburgo Ungerer. L'orologio era un dono per ingraziarsi e rendere omaggio al monsignor Angelo Paino, tanto caro ai messinesi. Il meccanismo dell'orologio è evoluto ai massimi termini, comprendendo anche parti meccaniche completamente autonome, mai create prima di allora. Anche in questo caso si ha la possibilità di consultare le fasi lunari e di visionare la posizione dei pianeti.
Di grande pregio l'orologieria tedesca, specie per quanto riguarda gli orologi da tavolo. I meccanismi diventano ancora più sofisticati e il calcolo dell'ora esatta un principio indissolubile. Forse, il più grande orologiaio tedesco fu Johannes Beitelrock, vissuto nella prima decade del diciottesimo secolo. Sempre nello stesso periodo, in Francia Jean-André Lepaute e Abraham-Louis Breguet si mettono al lavoro per creare orologi dai meccanismi impeccabili e dal valore artistico senza pari. Per quanto riguarda l'Italia, possiamo vantare nomi di architetti e mastri orologiai che hanno fatto la storia, come ad esempio Bartolomeo Antonio Bertolla, le cui creazioni si possono ammirare nel museo milanese Leonardo da Vinci dedicato alla scienza e alla tecnica. Tuttavia, il massimo splendore dell'arte orologiaia si ebbe nel diciassettesimo secolo in territorio inglese. Se pensiamo alla precisione e alla perfezione dei meccanismi che scandiscono le ore, non può che balzare alla mente la Svizzera. Il merito dell'orologeria svizzera non è solo quello di aver realizzato modelli di eccezionale qualità e precisione ma anche di aver permesso a tutti di portene fruire: grazie a catene low cost infatti, è stato possibile dotarsi di orologi precisi senza spendere una fortuna. Ovviamente, la Svizzera ha messo in campo anche marchi pregiati e di eccezionale valore conosciuti ed esportati in tutto il mondo. Ora che sappiamo tutto o quasi sulla storia degli orologi, ecco qualche curiosità.
Forse non tutti sanno che nella storia sono esistiti orologi da tavolo con lancette ben diversi da quelli che ora siano abituati ad avere nelle nostre case. Nei primi esemplari infatti, vi era una singola lancetta a segnare le ore e stava al suo lettore dedurne la precisione. Uno tra gli orologi da tavolo più singolari è quello in cui le lancette non funzionano in senso orario ma avanti e indietro, seguendo il perimetro di una minuscola struttura ad arco. Affascinante sì ma un po' scomodo da utilizzare. Vi sono poi orologi in grado di segnare l'ora su diversi quadranti, completamente indipendenti tra loro. La tecnologia ha pensato e pensa sempre anche alla fetta di popolazione che ha bisogno di supporti perché affetta da handicap: i non vedenti possono leggere l'ora semplicemente aprendo il quadrante di orologi appositi, sfruttando il tatto. Sia nei modelli da polso che negli orologi da tavolo è possibile avere una suoneria. Tramite sofisticati ingranaggi meccanici, il sistema interno dell'orologio si attiva per segnalare l'ora indicata. Nei modelli più evoluti e sofisticati, abbiamo l'opzione della Complicazione, termine propriamente utilizzato per indicare tutte quelle opzioni che vanno oltre la semplice lettura dell'ora. Ne sono un esempio i calendari perpetui e completi, i fusi orari, la distinzione tra ore serali e giornaliere o ancora la denominazione delle fasi lunari in corso. Gli orologi da tavolo e da polso che indicavano le ore con i numeri romani, talvolta sostituivano il simbolo grafico IV con IIII. Gli antichi orologiai erano infatti convinti che la formulazione estesa fosse più gradevole esteticamente. Gli orologi da tavolo non erano esclusi da questa particolarità. Rispetto a questi ultimi, possiamo dire che il loro uso era esclusivo della borghesia e delle famiglie più ricche, almeno fino al sedicesimo secolo: del resto, l'unica alternativa possibile era l'orologio da campanile.
Solo successivamente nacque l'orologio da polso, che ovviamente rappresentava uno status della propria condizione sociale ed economica. Oggi gli orologi da tavolo sono tornati di gran moda, grazie alla loro unicità e al fascino che riescono ad emanare, memori del successo e del pregio artistico dei suoi migliori creatori, quali ad esempio Cartier e Maurice Couët. I primissimi orologi da tavolo erano abbastanza voluminosi e curati in ogni dettaglio. Il quadrante era realizzato in vetro o ancora in cristallo. Alcuni esemplari, ormai rarissimi quanto pregiati, presentavano un quadrante completamente in topazio, citrina o acqua marina. Altrettanto raffinate e costose le collezioni dell'artista Carl Fabergé, mastro orologiaio ufficiale della Corte di Russia e non solo. La fortuna degli orologi da tavolo non ha mai subito arresti, proprio per la bellezza di questi elementi d'arredo dal fascino antico. Nel Novecento ricordiamo opere d'arte di inimitabile valore, prima tra tutte il pendolo creato dallo svizzero Atmos di Jaeger-Le Coultre, che venne adattato ad orologio da tavolo dall'estro creativo di Girard-Perregaux.
LoveTheSign propone orologi da tavolo di eccezionale bellezza e dal gusto moderno, che riprendono tuttavia il fascino dei tempi passati. Presso LovetheSign collaborano architetti e designer di fama nazionale ed internazionale che, grazie al loro estro e alla voglia di rinnovare e rinnovarsi, propongono elementi d'arredo di qualità superiore. Per quanto riguarda gli orologi da tavolo, ampissima la possibilità di scelta. Le collezioni vantano infatti diversi modelli, che ben si adattano alle esigenze della vita moderna e metropolitana. Gli orologi da tavolo Norm Steel sono caratterizzati da linee pulite e rigorose, tipiche del design puro. Nonostante la loro essenzialità, non passano di certo inosservati. La forma è semplice e compatta, perfetta per la casa moderna e classica. Il materiale è un solido acciaio che viene poi rifinito a mano tramite verniciatura laccata, regalando a questi orologi da tavolo un'aria sobria ma non banale. La base è l'accento che dona carattere a questi orologi: essendo leggermente inclinata, aumenta la loro stabilità. Funzionano a pile e si puliscono facilmente. Altrettanto interessanti gli orologi da tavolo firmati Joe Colombo. La loro forma arrotondata e l'aria vintage ricorda i favolosi anni Sessanta. Le colorazioni sono classiche e passepartout, tra le quali non possono mancare il bianco e il nero. Leggeri e versatili, si possono utilizzare anche come sveglia da tavolo. Il design è eccezionale, così come la qualità dell'orologio. Le loro dimensioni ridotte permettono di posizionarli ovunque, dal comodino della camera da letto alla mensola della zona living, creando così un complemento d'arredo che arricchisce l'ambiente con un tocco di classe. Anche in questo caso gli orologi da tavolo firmati Joe Colombo prevedono un'alimentazione con pile.
Tra le collezioni LoveTheSign anche gli orologi da tavolo dell'azienda Alessi, che propone un vero e proprio must: Cronotime torna in auge dopo diversi anni, quando conobbe il successo negli anni Sessanta. Inizialmente l'orologio venne impiegato per le vetture Fiat, per poi entrare a far parte dell'ambiente domestico. Oggi si trasforma ancora e diventa orologio da tavolo, figlio del design più innovativo e originale. Il suo creatore è Pio Manzù, che è riuscito a vestire un orologio dai toni vintage di modernità. Pulito e semplice, ha carattere da vendere. Si può sistemare senza alcun problema in qualsiasi stanza della casa o anche sulla scrivania dell'ufficio, donando personalità anche al mobile più essenziale. Grazie agli orologi da tavolo di LoveTheSign sarà possibile dotare lì'ambiente di complementi d'arredo unici, in grado di valorizzare lo spazio in cui sono messi con un semplice gesto. Non dimentichiamo poi la qualità: tutti gli orologi delle varie collezioni LoveTheSign sono dotati di meccanismi interni evoluti e figli della migliore tecnologia. Oggetti senza tempo, elementi di fascino visivo e alleati indispensabili per tenere traccia dei propri impegni o delle ore più piacevoli, gli orologi da tavolo LoveTheSign non deludono mai.