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I colori di tendenza per l’autunno/inverno 2020

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In Spagna la chiamano la Nochebuena e in Polonia la Wigilia e in entrambi si festeggia tutti assieme. In Inghilterra si ascolta il discorso della Regina e in Germania, dopo che a inizio dicembre San Nicola ha detto ai bambini cosa hanno fatto di buono e cosa no, tradizione e leggenda obbligano tutti quanti a partecipare a una cena di Natale: pena essere perseguitato dagli spiritelli della notte.
Anche in Egitto si festeggia il Natale ma è copto e per il loro calendario è il 7 gennaio, mentre in Australia il 25 dicembre è piena estate e ci si incontra in bermuda intorno al barbecue. Nei paesi scandinavi dolci speziati e bevande calde occupano i buffet e dall’altra parte del mondo, in Perù, il cioccolato è il cuore più dolce della festa. In Messico si festeggia tra tamales e rompope, un liquore a base di uova, almeno per due settimane.
In Giappone il Natale non sarebbe una festività ma dagli anni Settanta il Colonnello Sanders del Kentucky (Fried Chicken) ha convito molte persone che le alette di pollo sono il cibo natalizio per eccellenza.
L’unica costante di tutti i Natali del mondo è, in modo banale ma forse non così scontato, stare insieme, condividere, mangiare, ridere e scherzare. Così avviene in Italia, dove il pranzo del giorno di Natale sfora regolarmente nelle prime ore del pomeriggio.
Nei casi migliori si protrae con continuità fino a cena: sono davvero in pochi quelli che riescono ad alzarsi dalla sedia dopo sei antipasti, un paio di primi, due secondi e tre contorni, seguiti dai dolci e da due abbondanti fette di Panettone.
Quale scusa in secoli e secoli di tradizione abbiamo trovato per non spostare le gambe da sotto il tavolo? I giochi da tavolo.
Finito il pranzo qualcuno sposta i piatti e la tovaglia, altri prendono i mandarini e la frutta secca, si servono digestivi casalinghi e almeno dieci varietà di liquori per correggere il caffè. Chi ha un camino o una stufa lo accende, poi sistema vicino al fuoco un paio di sedie per i nonni e qualche cuscino per chi ha bisogno di fare un pisolino, grandi e piccini in compagnia di un pupazzo spacchettato quella mattina.
Altri appuntano i nomi dei i partecipanti, si compongono le squadre e i giochi hanno inizio: per chi segue la tradizione, entra subito in scena la tombola. Ma ci sono anche le carte per vincere due monete allo zio, i quiz musicali per decidere chi è il più stonato dell’anno, i giochi di memoria per scoprire chi ha bevuto un po’ troppo moscato e i puzzle di ogni tipo, perché piacciono a tutti.
Poi qualcuno dice: “ehi, giocare mi ha messo fame…”. E si serve la cena.
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