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Gente che sa fare il suo mestiere: gardening edition

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Napule è mille culure
Napule è mille paure
Napule è a voce de’ criature
che saglie chianu chianu e
tu sai ca nun si sulo.
Così cantava Pino Daniele di Napoli. Oggi, invece, ti racconto io come è Napoli.
Se decidi di svegliarti presto per goderti la città, non aspettarti di trovare troppe persone in giro, in particolare la domenica mattina. I napoletani amano fare le cose con calma, non si scampa.
Il giornalaio e il panettiere ti salutano appena passi e ti guardi in giro sperduto. I napoletani sono cordiali e hanno un enorme senso dell’ospitalità.
Mi scusi, che ora è? Ma pecché, che tieni ‘a fa’?
Per fare colazione avviati verso Mergellina e siediti in uno degli Chalet sul lungo mare: Ciro è sicuramente il migliore. Goditi la splendida vista del golfo in cui spicca il Vesuvio, mentre mangi un cornetto caldo - non chiedere una brioches, mi raccomando - e un buon caffè.
In qualsiasi stagione capiterai a Napoli, qualche impavidoI starà facendo il bagno. Molti napoletani infatti sostengono che una nuotata al giorno nel loro mare allunghi la vita. Sarà vero?
Alzati e cammina lentamente sul lungo mare, via Caracciolo e poi via Partenope. La città inizia ad animarsi. In fondo alla lunga passeggiata vedrai Castel dell’Ovo, devi assolutamente salirci. La vista dalla terrazza dei Cannoni, il punto più alto, è assolutamente impagabile.
Abbandona il lungo mare e prosegui verso l’interno della città. Senza neanche accorgertene ti ritroverai in Piazza del Plebiscito, una delle piazze più celebri di Napoli, su cui si affaccia Palazzo Reale.
È proprio da qua che parte uno dei giri per visitare la Napoli sotterranea. Non tutti lo sanno ma la città partenopea ne ha un’altra vera e propria sotto di sé, in cui i napoletani si rifugiavano durante la seconda guerra mondiale mentre la città veniva bombardata.
È ora di pranzo e, se visiti Napoli, della dieta te ne devi assolutamente dimenticare. Vai da Sorbillo o da Mattozzi e ordina una bella pizza Margherita, se vuoi fare le cose al meglio chiedi anche una frittura di antipasto. Non te ne pentirai.
Perditi tra le vie dello shopping: via Chiaia, via Filangeri, via dei Mille. Un tripudio di boutique e negozi di grandissima classe dove vivere l’atmosfera della “Napoli bene” in passeggiata domenicale. Se hai ancora uno spazio nello stomaco, fermati da Cimmino e ordina una sfogliatella, la riccia è la più buona.
Prosegui tra le viuzze fino ad arrivare a Via San Gregorio Armeno, la via dei presepi, la più caratteristica e suggestiva della città partenopea. Un’allegra moltitudine di negozietti, botteghe e bancarelle che tutto l’anno riempiono di magia natalizia gli occhi di chi ne ammira affascinato l’atmosfera.
Tra i napoletani esistono vere e proprie dinastie di “pastorai” che si tramandano da secoli i piccoli segreti di questo straordinario artigianato e sono impegnati tutto l’anno a ricreare i pastori e le minuterie in terracotta dipinta.
Fermati in uno dei negozietto e compra un cornetto rosso portafortuna, perché come direbbe ogni napoletano d’hoc: “Pìgliate 'o (mumento) buono quanno vene, ca 'o malamente nun manca maje”.
Marechiaro, sito nel quartiere Posillipo di Napoli, è un piccolo borgo di pescatori a picco sul mare dove si respira ancora un’atmosfera unica con ristoranti sul mare, reti ammassate e vecchi gozzi di legno. Da via Posillipo parte una piccola strada che scende tra ville e quel che resta dei vigneti di Posillipo, che producevano un vino prelibato sin dai tempi dei romani.
Scendi le scale che ti portano verso il mare, sulla destra troverai il ristorante Cicciotto. Siediti, ordina una bottiglia di vino bianco, una frittura di pesce e ammira la vista: la luna si specchia nel mare, le luci delle città flegree illuminano il golfo.
Poco più in là potrai ammirare la famosa Fenestrella a’ Marechiaro. La leggenda narra che il poeta e scrittore napoletano Salvatore di Giacomo vedendo una piccola finestra sul cui davanzale c'era un garofano ebbe l'ispirazione per quella che è una delle più celebri canzoni napoletane: Marechiare.
Ancora oggi la finestra esiste, e c'è sempre un garofano fresco sul davanzale.
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