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Pochi ricordano che Frankenstein è il nome del creatore, il dottor Victor, e non della sua creatura, il mostro. E pochi sanno che la creatura e il romanzo presentano a livello simbolico, nel periodo in cui quest’ultimo fu scritto, la paura per la diffusione e le scoperte tecnologiche e la perdita di controllo dell’uomo sul mondo. Ma cosa c’entra tutto questo con l’arredo di casa tua?
Dopo la prima stagione del design 2017, quella che si apre a gennaio a Colonia e si conclude ad aprile con il Salone del Mobile, ho l’impressione che la mostruosa multifunzionalità della tecnologia (pensa a quante cose hai già fatto oggi con il tuo iPhone) abbia di nuovo ispirato - o condizionato, per fascino e paura del futuro - anche i designer.
In questo processo c’è stata una prima fase, iniziata alcuni anni fa, in cui la funzionalità tecnologica è stata integrata nei prodotti: la lampada da tavolo D'E-Light di Starck per Flos, ad esempio, con il supporto di ricarica per telefonini. E poi è arrivata una seconda fase, la fusione.
Il titolo che cita il capolavoro di Mary Shelley è un po’ troppo negativo. In realtà le nuove creature del design non hanno l’aspetto terrificante della creatura del dottor Frankenstein, anche se a volte rischiano di sembrare grottesche. Ma di cosa sto parlando nello specifico? Della fusione di arredi, complementi e accessori in un unico prodotto, con un’unica linea di matita.
Non si tratta di sana modularità, o di giochi illusori e allegorie, non di divano letti né di sedie a forma di volti né di scimmie che reggono una lampadina. Nei primi quattro mesi di fiere europee di design del 2017 sono state esposte creazioni di altra natura: un vaso e relativa pianta incorporati in un tavolino, un tavolino che è la base di una lampada da terra, una lampada da tavolo che spunta da una sorta di portapenne.
La fusione tra arredi può assumere forme ancora più ingannevoli: è il caso di una sedia perfettamente integrata e nascosta all’interno della geometria di una libreria. O prendere forme meno ambiziose ma - forse - più funzionali: una poltrona con uno spazio sotto la seduta riservato a borse e giacche, o un divano da ufficio il cui schienale diventa separé.
In ogni caso, parlare di fusione potrebbe apparire un’esasperazione fuori luogo. In realtà, ben oltre le forme sinuose che cercano di evitare l’effetto mostro di Frankenstein, il termine vuole mettere in luce la ricerca, la scelta e l’utilizzo dei materiali: nulla è lasciato al caso e non ci sono legami posticci come quelli del dottor Victor.
I nuovi arredi sono realizzati in plastiche colate in un unico stampo, in modo che la forma possa fungere sia da vaso che da tavolo. Oppure in metalli armonizzati in una sola linea che non ha bisogno di altre soluzioni di continuità. Sono forme e materiali totalmente nuovi, solidi e sinuosi, che prendono vita nella fusione di più arredi in una sola idea. E sono proposti grazie alla voglia di sperimentare dei brand.
Ora dimentica Frankenstein, guardati attorno e prova a pensare: quali sono gli arredi di casa tua che vorresti fondere assieme? Il 2017 è ricco di novità, anche per te.
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