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Qual è il ruolo del design ora che usi e costumi sono stati modificati dal coronavirus?

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È stata questione di un attimo: Luca aveva bisogno di un appoggio la notte di prima di un colloquio, poi per festeggiare ha invitato un po’ di amici a cena (da me, s’intende) e poi vuoi non fare il brunch la mattina? E un giro alla Pinacoteca il pomeriggio? E sulla terrazza panoramica del Duomo al tramonto non ci vuoi andare? Morale: per tutto il weekend ho avuto un ospite imprevisto.
Anche tu hai (almeno) un amico come Luca? Per non farti trovare impreparato, abbiamo stilato un ripasso delle principali regole del bon ton in merito di ospitalità.
In Italiano, il temine ospite ha un duplice significato: può esprimere colui che ospita, quindi chi accoglie persone casa, ma può riferirsi anche all’invitato che viene accolto. Il vocabolario inglese invece distingue i due significati con termini specifici: host è colui che ospita, mentre guest colui che riceve ospitalità.
Perché la camera da letto? Forse perché è il luogo di assoluta privacy dell’ospite. Il suo vero nido, meglio dunque se indipendente dal resto della casa per garantire una maggior privacy. Se gli spazi non lo permettono non preoccuparti, l’importante è garantire ai propri ospiti una stanza confortevole ma sopratutto pulita e fornita di tutto il necessario: armadi capienti, morbidi cuscini e lenzuola fresche di bucato.
Lo stesso vale per il bagno: se si tratta di uno studio, in cui la camera ha il proprio bagno personale, è importante che questo sia attrezzato con tutti gli accessori necessari. Lascia uno spazzolino nuovo incartato per i tuoi ospiti: una piccolo gesto che può togliere d’impiccio il viaggiatore sbadato. Se invece il bagno è in comune con altre stanze della casa, gli asciugamani vanno lasciati in camera da letto insieme al resto della biancheria.
Se la camera è il luogo della privacy, la cucina o il soggiorno sono quelli della condivisione e della socialità. I pasti rappresentano un momento importante quando si hanno ospiti, sono infatti la principale occasione di socializzazione e di condivisione. Per questo motivo è importante curare con particolare attenzione tavola e cucina.
Se gli ospiti sono cari amici o parenti, stai tranquillo, nessuno si aspetta la tavola di un cinque stelle, ti basterà rispettare poche semplici regole di base: la tovaglia deve essere sempre pulita (no alle macchie del sugo della sera prima), le posate e i piatti vanno cambiati dopo ogni portata. Se vuoi distinguerti per cura e gentilezza, con un piccolo segnaposto sul tovagliolo avrai immediatamente fatto la differenza.
Per quanto riguarda la cucina, informati sui gusti e su eventuali allergie e intolleranze del tuo ospite onde evitare digiuni vegetariani di fronte a un piatto di lepre in salmì o facce gonfie dopo un assaggio di crostacei.
Non è necessario essere Cracco per avere ospiti a cena, l’importante è che i piatti siano freschi, semplici e abbondanti: una tavola ben fornita mette subito di buon umore. Se poi la cucina non è il tuo forte, niente paura, una cena fuori è sempre apprezzata. Oppure proponi ai tuoi ospiti di cucinare con te: potreste divertirvi e imparare molto gli uni dagli altri.
È dovere di chi ospita offrire e consigliare ai propri invitati il giusto intrattenimento e divertimento, sia perché è piacevole passare del tempo insieme, sia perché è possibile che gli ospiti non sappiano cosa fare nei dintorni o non ne conoscano alcune chicche note solo ai frequentatori del luogo.Il galateo tuttavia ci insegna che la prima regola per chi vuole ricevere ospiti è lasciare loro completa libertà: è bene consigliarli sulle attività da fare, ma non forzarli a seguire programmi altrui.
Altra regola del bon ton è mettere a disposizione del proprio ospite un telefono, anche se, nell’epoca degli smartphone, al posto della cornetta col filo bitorzoluto risulterà certamente più apprezzata è meglio offrire una prestante linea wi-fi.
Non solo chi ospita ha regole da seguire scrupolosamente, secondo il galateo anche chi viene ospitato ha alcune accortezze da adottare. È buona abitudine portare un dono simbolico per ringraziare dell’ospitalità. L’ideale è scegliere qualcosa per tutta la famiglia, un oggetto per arredare la casa per esempio, un dolce gustoso oppure una bella pianta.
Nell’antichità veniva dedicato agli invitati del personale domestico che provvedesse ai loro bisogni, alle loro necessità e a tenere la loro camera e il loro bagno in ordine. I tempi sono cambiati e, in assenza di domestici, è importante essere responsabili del proprio ordine, per lasciare la casa altrui come la si è trovata e non infastidire nessuno. Non è bene lasciare le pantofole in giro per la stanza o il letto disfatto per esempio. Un buon padrone di casa amerà ripeterti: Fai come se fossi a casa tua! Ma se sei un soggetto disordinato è bene che tu non prenda i suoi consigli alla lettera.
È dovere dell’ospitante far si che gli ospiti siano sempre a loro agio e che abbiano tutto ciò di cui hanno bisogno. A sua volta l’invitato deve mostrarsi sereno, accondiscendente e cercare di non modificare eccessivamente le abitudini di chi lo ospita. Un ospite “musone” non è mai gradito e il cattivo umore, anche se giustificato da motivi personali, diventa un segno di grave maleducazione, perché pone al padrone di casa il dubbio di non aver offerto un’accoglienza all’altezza della situazione.
Un noto detto toscano cita: L’ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza. Anche il galateo, in maniera decisamente più elegante, ci ricorda che per quanto piacevole possa rivelarsi il soggiorno in casa di amici, parenti o conoscenti, è bene non trattenersi troppo a lungo: chi ci ospita non ci negherà mai il sorriso, ma dietro tanta buon educazione, allo scadere dei proverbiali tre giorni toscani, potrebbe insinuarsi un certo disappunto.
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