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Prepararsi al Natale: scaldare l’ambiente, in tutti i sensi

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Prova costume? Fatta. Diete ed equilibrio a tavola? Tutti i giorni dai primi confronti con lo specchio a quindici anni. Pranzo di Natale? Lo sai, arriverà inesorabilmente.
Ci troviamo in quella fantastica finestra temporale in cui ci si inizia a coprire. I cibi si fanno più pesanti e caldi e profumati.
E poi, un giorno, sarà Natale e ogni nostro successo in termini di linea verrà comunque azzerato. Per cui, perché lesinare? This is the moment. L’unico in cui lasciarsi andare senza troppe remore perché nessuno se ne accorgerà a breve. Ci rivediamo tutti a gennaio sul Tapis Roulant a fare ammenda.
L’essere umano non deve più far fronte a inverni rigidi (grazie al riscaldamento domestico e forse anche grazie -ahimè- a quello planetario), ragion per cui aumentare l’apporto calorico è apparentemente inutile.
Esistono tuttavia degli ancoraggi a certi ritmi metabolici del passato e ad alcune prassi di senso comune (quelle che chiamiamo tradizioni) che sono fondamentali per una corretta alimentazione.
C’è chi sostiene che le tradizioni alimentari europee siano uno dei principali motivi per cui gli obesi in Europa sono sensibilmente meno rispetto a quelli negli Stati Uniti.
Stare a tavola con altri porta a ingerire meno calorie mentre si spende parte del tempo socializzando, il tè inglese delle cinque legittima e circoscrive il momento del dolce (che quindi non è bene consumare ad altre ore del giorno), qualsiasi italiano beve il latte macchiato o il cappuccino la mattina e per nessuna ragione al mondo dopo pranzo.
Anche concedersi un momento di pausa rispetto al controllo del peso corporeo tra ottobre e gennaio fa parte del gioco.
Se è vero che un corpore sano è prerequisito per una mens sana, è altrettanto vero che solo una mente sana può condurci a un corpo in forma. Una mente nevrotica, ossessionata dal controllo delle calorie senza sosta e sollievo comincerà a boicottarci e a farci seriamente del male.
Sui social è diventata un caso: The Vegan Blonde, la fit blogger newyorkese che ha venduto più di 40.000 copie della sua dieta depurativa. Tutto bene fino a quando la giovane Younger (che non mangiava derivati animali né glutine né zuccheri né olio né semi né legumi) non ha iniziato a perdere capelli a ciocche.
L’#eatclean è oggi un trend diffuso che rischia di essere molto più di una dieta per il corpo, diventando un veleno per la mente. Molti sostenitori del mangiar sano sono in realtà convinti che il modo in cui mangia la maggior parte delle persone non solo possa renderli grassi ma anche impuri.
Secondo il Guardian i casi di disordine alimentare che si celano dietro il mantra del cibo sano raddoppiano anno su anno. La forma più estrema di questi disturbi psicologici prende il nome di ortoressia nervosa (dal greco Orthos, giusto e Orexis, appetito) e comprende anche coloro che si impongono in maniera ossessiva e protratta nel tempo rigidi regimi alimentari, orientati al raggiungimento di particolari obiettivi. Il problema è noto da diverso tempo tra i bodybuilder per esempio, molti dei quali si costringono per anni a diete prive di frutta e carboidrati, nettamente sbilanciate a favore delle proteine.
Il #cleaneating è inoltre sostenuto e diffuso da numerose food e fit bloggers con preoccupanti conseguenze su certe fasce di giovani vulnerabili.
Ecco perché lasciarsi andare un po’ non solo non è peccato, ma rientra nel giusto equilibrio della vita. E se proprio non siamo in grado di rinunciare al controllo, pianifichiamo anche questo graduale allentamento di tensione in tema di cibo. Facciamo corrispondere al cambio armadi autunnale anche un aggiornamento della dieta: più ricca, con due giorni di pasto libero anziché uno solo e con scadenza il 2 gennaio dell’anno prossimo. Data in cui ci ripromettiamo di tornare all’antico regime e rinnovare l’abbonamento in palestra.
Sempre che i piaceri della vita (che è poi una sola N.d.r.) non ci facciano desistere un altro po’. Magari fino a Pasqua.
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