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Cucchiai

La forma di un cucchiaio è già una dichiarazione di stile da parte del padrone di casa. A mandorla, appuntito o tondeggiante, semplice o lavorato, il cucchiaio è un elemento importante, che cattura l'occhio di tutti i commensali quando viene messo in tavola. Scopri la nostra selezione adatta a ogni occasione.
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"Il cucchiaio è uno di quegli articoli da cucina che non può mancare entro le mura domestiche così come nei ristoranti stellati. È la posata da tavola che viene adoperata per differenti scopi e venne inventata qualche millennio fa. Ha una classica forma ovale ed è paragonabile a una piccola paletta concava avente un’impugnatura utile per portarla dal piatto alla bocca e viceversa. Attualmente il suo utilizzo è un po’ diminuito a vantaggio della forchetta perché i cibi liquidi portati in tavola sono sempre di meno. Fino agli anni cinquanta erano molte di più le pietanze brodose a base di verdure, legumi o carni aventi la consistenza di zuppe e brodi, da assaporare quindi con il cucchiaio. Attualmente i cucchiai da tavola comunemente adoperati vengono realizzati in metallo mentre i primi cucchiai adoperati in tempi assai remoti erano costituiti da una conchiglia. Il materiale nel corso dei secoli è cambiato diverse volte: dall’osso all’ottone e dall’alpaca all’argento arrivando all’attuale acciaio inox. I cucchiai di legno in passato erano molto adoperati mentre oggi si preferisce usare il materiale in questione per fabbricare i cucchiai per cucinare e mescolare le varie pietanze. Fra i cucchiai di ultima generazione vale la pena menzionare quelli usa e getta in plastica. Vengono adoperati durante i pic-nic, feste di compleanno o ogni qualvolta non si abbia tempo o voglia di lavare i vari articoli da cucina dopo il loro utilizzo. Tuttavia l’utilizzo di posate usa e getta viene vista a ragione con sospetto dagli ecologisti e non solo. Per realizzarli infatti si impiegano risorse preziose e hanno un grande impatto ambientale. I primi cucchiai di cui abbiamo ancora oggi prove tangibili sono quelli realizzati nel Mesolitico e venivano ricavati dalla lavorazione dell’osso. Sono invece stati rinvenuti nei periodi successivi cucchiai di legno e in creta risalenti al Neolitico. Con l’avvento dell’era del bronzo, tutti gli utensili da cucina ma anche gli attrezzi da lavoro, venivano realizzati con questo materiale innovativo. Il nome italiano di cucchiaio deriva dalla parola latina coclea che vuol dire chiocciola. Probabilmente nel primo periodo in cui vennero adoperati questi oggetti, venivano realizzati con delle conchiglie a forma appunto di chiocciola. Si tratta dunque di un riferimento antecedente al periodo romano, quando nella città degli imperatori venivano usati cucchiai chiamati ligule. Erano in osso o in materiale metallico e nelle zone vicine al mare il manico aveva una forma particolarmente aguzza per aprire anche le ostriche e tutti gli altri gusci dei bivalvi commestibili. Altri cucchiai invece avevano un manico che terminava con due punte che puntualmente veniva adoperato per prendere i cibi solidi: una sorta di forchetta ante litteram. I cucchiai più lavorati e fatti con materiali preziosi erano riservati ai nobili. Di questi cucchiai sono presenti diverse testimonianze soprattutto fra i vari reperti trovati durante gli scavi archeologici e attualmente conservati nei più importanti musei del mondo come il Louvre, il Museo Correr di Venezia e il Victoria & Albert di Londra. Con il passare del tempo il cucchiaio ha assunto sempre di più una forma più maneggevole e funzionale per assecondare al meglio le esigenze degli utilizzatori. Ad esempio, fra il Seicento e il Settecento, questo oggetto è stato allungato notevolmente in un primo momento, poi ha cambiato forma quando si iniziò a utilizzare per mescolare le bevande calde come la cioccolata molto in voga nelle corti veneziane. Il cucchiaio è un utensile da cucina ancora oggi molto adoperato a tavola. Anche nelle Chiese cristiane e ortodosse il cucchiaio ha una sua importanza: in quelle cristiane viene usato per mettere l’incenso nell’apposito braciere mentre in quelle ortodosse greche o copte e siriache c’è la tradizione di adoperare un cucchiaio per la comunione. Tutt’oggi c’è l’usanza di regalare a un bambino appena nato un cucchiaio d’argento. Si tratta di un gesto simbolico di buon auspicio probabilmente derivato dal detto cinquecentesco non ancora passato di moda: nato con un cucchiaio d’argento in bocca. Il cucchiaio è stato anche un oggetto lussuoso, tempestato di pietre preziose e semipreziose come ad esempio quello che si trova esposto nella Torre di Londra e che risale al periodo Medievale. Quell’esemplare in particolare è cesellato in argento e presenta decori in oro. L’impugnatura invece è ricca di perle vere, arabeschi e veniva usato esclusivamente durante l’incoronazione dei re. Dal Settecento in poi i cucchiai si sono evoluti in maniera rapidissima in accordo con la varietà di preparazioni gastronomiche raffinate tipiche della gastronomia francese. Venne ideato ad esempio il cullier à pot da adoperare con la zuppiera, quello forato a oliva proprio per servire le olive e anche il cucchiaio per lo zucchero. Vennero differenziate le dimensioni, le forme del manico e della parte concava. Chi ama preparare in casa dolci e altre specialità culinarie sa bene che il cucchiaio è anche un’unità di misura empirica, sia di peso ce di volume. Corrisponde solitamente a 10 grammi o a 10 millilitri e viene molto usata nelle ricette provenienti dall’oltremanica inglese. Oggi i cucchiai possono essere classificati sia in base al materiale con il quale sono stati realizzati ma anche in merito alla loro forma e grandezza. Per esempio il cucchiaio grande è l’utensile da cucina che serve per gustare sia le zuppe che le minestre servite nelle scodelle e nei piatti fondi. Il cucchiaio piccolo invece è assai più corto e meno capiente di quello appena menzionato e viene usato sia per le minestre e i consommé serviti in tazza che per i dessert o i caffè. Vengono inoltre messi in tavola assieme al gelato nelle coppe, con lo zucchero e per servire il formaggio grattugiato. Lo specifico cucchiaino realizzato per il caffè è più minuto mentre quello per il tè ha dimensioni leggermente superiori e può essere adoperato anche per mescolare la cioccolata calda. Esiste poi un cucchiaino per gelato dotato di un lungo manico e a forma di paletta concava. Al fianco di questi cucchiaini che più o meno tutti conoscono e adoperano abitualmente, ce ne sono altri meno diffusi e un po’ più particolari. Ad esempio, per cene molto formali, può essere messo in tavola il cucchiaio per degustare l’uovo all’ostrica. Assomiglia a una minuta salsiera e dispone di uno strano manico ad anello. Al suo interno viene messo il tuorlo dell’uovo insaporito con del succo di limone e talvolta pepe appena macinato. Il cucchiaio da pesce non è molto concavo e da un lato si presenta completamente piatto. Si adopera per tagliare il pesce e i crostacei precedentemente sgusciati. È utile anche per raccogliere le salse senza ricorrere all’utilizzo del pane dato che è severamente vietato dal galateo fare la scarpetta a una cena formale. In tutte le cucine solitamente ci sono un gran numero di cucchiai di forme differenti fra i quali non dovrebbero mancare il cucchiaione per servire nei piatti pasta corta e risotti, il cucchiaio per le salse e quello da insalata assieme alla apposita forchetta. Fra i cucchiai con il manico particolarmente lungo vale la pena menzionare quelli di legno, considerati fra i migliori in assoluto per la preparazione dei cibi sia da parte degli chef professionisti che da chi si destreggia fra i fornelli a casa propria. Il legno, per le sue caratteristiche fisiche e chimiche, assorbe tutti gli odori più forti. Per questo motivo sarebbe opportuno adoperarli sempre per la medesima preparazione evitando così che la crema pasticcera sappia di pesce e che il sugo abbia un retrogusto particolarmente forte di vaniglia. I cucchiai di legno non devono essere mai lavati in lavastoviglie ma appartengono a quella categoria di utensili da cucina che hanno bisogno di essere lavati sempre a mano affinché non si rovinino in maniera irreparabile. Il cucchiaio forato, detto anche schiumarola, ha la forma di un disco bucherellato e ha un diametro che oscilla fra gli 8 e i 24 centimetri. E’ dotato di un lungo manico e solitamente viene fabbricato in acciaio inossidabile oppure in alluminio. Il cucchiaio per i sughi ha la medesima forma di un cucchiaio da tavola ma con dimensioni maggiorate. È in acciaio inossidabile e viene adoperato per irrorare le carni con il fondo di cottura o per insaporire con diverse preparazioni liquide le carni allo spiedo o alla griglia. Anche il cucchiaio, come tutte le altre posate, non è esente da un utilizzo secondo il Galateo. Quello da minestra deve essere tenuto fra il pollice e l’indice mentre le altre tre dita devono essere ripiegate in direzione del palmo della mano. Il cucchiaio va adoperato per raccogliere il contenuto del piatto con un movimento il più naturale possibile che va dal centro del piatto verso l’orlo e non viceversa. Per meglio raccogliere l’ultima parte della pietanza brodosa, è consentito inclinare il piatto verso il centro della tavola ma solo se si è in una situazione familiare e non certo durante una cena importante. Il cucchiaio non deve mai essere riempito al massimo e deve essere introdotto in bocca non di punta ma di tre quarti. Gli inglesi solitamente adoperano il cucchiaio di lato ma così facendo si possono creare dei fastidiosi risucchi non troppo eleganti. Il cucchiaio che si adopera per il brodo è un po’ più piccolo di quello da minestre. Il consommé può essere bevuto anche direttamente dalla tazza avendolo prima mescolato con il cucchiaio e avendo l’accortezza di non appoggiare i gomiti sul tavolo. Il cucchiaio, come prima accennato, deve essere riempito poco perché tutto il contenuto deve andare in bocca senza sgocciolare o ricadere rovinosamente nel piatto. Infatti il Galateo prevede che tutto ciò che viene preso dal piatto venga consumato in una sola volta. La tazza del consommé viene posizionata a destra del piatto se è una sorta di accompagnamento mentre viene versato nel piatino davanti al commensale se è una portata più significativa. In questo caso, ovvero se il brodo si trova dinnanzi a chi si appresta a berlo, può essere adoperato anche il cucchiaio. Ovviamente sul cucchiaio non si soffia mai per raffreddarne il contenuto e nemmeno si può succhiare il brodo. Il cucchiaio da tavola non può mai essere adoperato né con i risotti, né con la pasta corta e nemmeno con gli gnocchi. Quando la minestra è terminata, il cucchiaio deve essere lasciato nel piatto in paniera perpendicolare a chi l’ha adoperato. Mai mettere sul tovagliolo o addirittura sulla tovaglia rischiando di macchiarla il cucchiaio appena usato. Sempre secondo il Galateo, a destra del piatto centrale devono essere messi tutti i coltelli con le lame orientate verso il piatto. Sempre a destra del piatto e a destra dei coltelli devono essere collocati i cucchiai. Le forchette per l’antipasto ma anche per il primo e il secondo piatto invece vanno messe a sinistra. Sia il cucchiaino che la forchetta piccola per il dessert devono essere messi sopra il piatto centrale. L’unica forchetta che può essere messa a destra del piatto è quella che serve per consumare le ostriche. Chi si trova dinnanzi a una tavola così apparecchiata e non sa quale posata scegliere, si ricordi che deve sempre iniziare da quelle più esterne al piatto e procedere poi verso l’interno a ogni portata successiva. Le posate, in un pranzo o una cena formale, sono sempre tante quante saranno le portate che prevede il menù. I cucchiai però cambiano il sapore delle pietanze. È stato infatti scientificamente provato oramai da qualche anno dopo un lungo studio effettuato dall’Institute of Making dell’università di Londra che il materiale influisce pesantemente sulla percezione dei vari sapori. I ricercatori Laughlin e Miodownik hanno messo a punto una lunga serie di esperimenti per comprendere meglio come i cucchiai da minestra realizzati in differenti metalli possano cambiare radicalmente il gusto ai cibi. Ci sono voluti ben tre anni di studi per arrivare a qualche risultato tangibile. Durante gli esperimenti sono stati adoeprati sette cucchiai rivestiti con altrettanti metalli differenti. I volontari venivano bendati e sottoposti all’assaggio di varie pietanze con i cucchiai in questione. Subito dopo veniva chiesto loro di descrivere il sapore percepito ed è stato evidenziato come alcune caratteristiche dei cibi fossero fortemente condizionate dai metalli. Alcuni alimenti addirittura cambiavano la loro consistenza e la loro acidità se messi a contatto con differenti metalli. In particolare è stato evidenziato che il rame e lo zinco danno un sapore deciso e ben distinguibile alle pietanze mentre i cucchiai in argento tendono ad appiattire gli aromi. Le posate in acciaio inossidabile hanno un gusto particolarmente metallico ma è una caratteristica alla quale siamo talmente abituati che oramai nemmeno ci facciamo più caso. Fra le curiosità che hanno osservato gli studiosi vale la pena menzionare che alcune pietanze, come il merluzzo mero al forno, diventavano assai disgustose se assaporate con i cucchiai di zinco. Anche il pompelmo mangiato con i cucchiaio di rame è risultato immangiabile per il suo sapore decisamente sgradevole. Però i due metalli a contatto con la polpa del mango, hanno reso questo frutto ancora più appetibile e gustoso. I due ricercatori attualmente stanno mettendo a punto set di posate rivestiti con metalli differenti per degustare varie specialità in modo da renderle ancora più saporite. In commercio attualmente si trovano un gran numero di modelli di cucchiai realizzati con materiali differenti anche se quelli più comuni che si trovano sulle tavole di tutti i giorni sono in acciaio inossidabile. Ci sono cucchiai costosissimi progettati da famosi designer e altri che costano molto poco e decisamente più alla portata di tutti. In rete possono essere comprati set di cucchiai da minestra, da dessert e da caffè da tenere sempre a portata di mano nei cassetti delle posate. È sempre meglio averne qualcuno in più in casa per non rischiare di vedere arrivare ospiti improvvisi e non sapere come apparecchiare la tavola con poche posate disponibili. Il cucchiaio, d’altro canto, è la prima posata che iniziano ad adoperare i bambini con lo svezzamento. Solitamente i primi cucchiaini sono in silicone o in gomma perché in questo modo non c’è il rischio di ferire accidentalmente le labbra o l’interno della bocca del bambino. Successivamente si può pensare di sostituire i cucchiai in silicone con quelli in acciaio inossidabile ma di ridotte dimensioni. Sono particolarmente utili per somministrare ai bambini piccoli pappe, creme dolci e salate ma anche i primi brodini e minestrine a base di verdure, carne o pesce. Dopo il compimento del terzo anno d'età i bambini possono adoperare in piena autonomia le medesime posate che usano gli adulti sempre rigorosamente sotto la loro sorveglianza per evitare spiacevoli incidenti soprattutto con le forchette. Per quanto riguarda l'utilizzo dei coltelli bisognerà attendere qualche anno in più."