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Il momento è arrivato e la scelta non può essere rimandata: devi comprare un nuovo divano. L’avevi intuito quella sera che, sdraiato a guardare un film, un cuscino sformato ti aveva fatto scivolare continuamente nella stessa scomoda posizione, ma la scelta è diventata improrogabile da quando nel weekend hai imbiancato le pareti del soggiorno e improvvisamente il tuo divano non sembrava più così candido e in forma.
No stress: sarà un gioco da ragazzi. L’importante è provarlo.
È tutta la settimana che cerchi di uscire dall’ufficio a un orario decente e giovedì, finalmente, ci riesci. Ti avvii verso il centro commerciale di cui ti hanno parlato sperando di poter trovare il divano dei tuoi sogni e nel frattempo comprare i calici per i rossi barrique che vorresti sfoderare ogni volta che vengono a cena i tuoi vicini appassionati di vini.
Arrivi, parcheggi e una commessa sorridendo ti chiude la saracinesca in faccia. Oggi il negozio chiude alle sette, non alle sette e trenta, mi spiace. Sei deluso ma non demordi: domani non puoi tornare, ma sabato sì. Sarai più fortunato.
Arriva il sabato. Hai rifiutato tutti gli inviti per le varie gite fuori porta. Sei rimasto in città per dedicarti alla ricerca del nuovo divano e così farai: ci si vede a cena. Pieno di buone intenzioni prendi l’auto e arrivi al parcheggio del centro commerciale. Puoi entrare, nessuno ti sbarra l’ingresso, ce l’hai fatta: finalmente sei di fronte a… un muro di persone. Nessun divano in vista.
Non mi aspettavo tutta questa gente — dici sorridendo alla tua dolce metà che oggi ti ha accompagnato. E quando raggiungete l’esposizione dei divani, scopri che i modelli esposti sono meno di quelli che ti aspettavi. Li guardi, ti siedi, ti sdrai. Sembrano comodi, ma nessuno dei due è convinto.
Dopo ventisei minuti di attesa su un divano a fiori con cuscini trapuntati e sbuffi di stoffa, come promesso si fa vivo un commesso. Vorresti chiedergli alcune informazioni sul divano di fronte, quello su cui da mezz’ora staziona immobile una coppia di anziani, ma siccome stai sistemando i cuscini dopo esserti alzato, il commesso inizia a descriverti quello su cui eravate seduti. Scopri che starà benissimo in soggiorno, che risolverà tutti i tuoi problemi alla schiena e che la tua dolce metà è sgattaiolata via. Tradimento!
Dopo un altro quarto d’ora, con il divano ormai aperto a letto e il campionario delle fantasie floreali in mano, mentre il commesso prende fiato riesci timidamente a chiedergli del divano di fronte, quello che ti piace un po’ di più. È l’ultimo pezzo, forse fuori produzione, forse bisogna ordinarlo, dobbiamo andare al computer.
Appena il commesso si volta verso la sua scrivania, ti allontani in maniera furtiva e sgattaioli rapido nel parcheggio. Apri la tua auto da lontano, sali in fretta a bordo, chiudi subito la porta e la metti in moto. Finalmente ti senti di nuovo al sicuro. Ma hai dimenticato i calici per i rossi barrique. E anche la tua dolce metà è dentro al negozio.
Venti minuti più tardi, quando la tua dolce metà ti raggiunge nel parcheggio, mentre accendi l’auto pensi che avevi programmato di visitare un altro negozio, un altro centro commerciale, un’altra esposizione di divani. Ma l’idea, adesso, non sembra più così allettante e il sorriso torna sul tuo volto solo nel momento in cui tutti e due vi confidate che vorreste, semplicemente, tornare a casa.
E proprio lì, a casa, in fondo al soggiorno, c’è il vecchio divano ingrigito che vi aspetta. Ti siedi sui cuscini sformati – che sono comunque meglio della fantasia a fiori e degli sbuffi di stoffa grezza – e ridi mentre la tua dolce metà ti chiede: secondo te da quanti mesi erano seduti su quel divano i due vecchietti?
Quando prendi l’iPad dal tavolino è lei che ti dice: perché non guardiamo quel sito di home design di cui parla sempre tua sorella? Non sei molto convinto ma Google ti sta proponendo la pubblicità di un divano davvero simile a quello dei vecchietti, niente male. Sembra quasi che Google ti legga nella mente. (Google ti legge davvero nella mente.)
E intanto clicchi.
Su quel sito all’inizio temi di perderti e perdere altro tempo. La scelta è molto ampia, ma in poco tempo ti accorgi che i prodotti, in realtà, sono già attentamente selezionati e ordinati. E poi ci sono i filtri. E c’è anche un modello diverso da quello che immaginavi, ma che piace molto a entrambi: nella scheda trovi tutte le informazioni che ti servono e puoi prendere le misure del caso. Ci starà girato nell’altro verso?
Sotto le foto ci sono anche i link a un paio di articoli che raccontano la storia del brand e dei suoi metodi di produzione, un’intervista al designer e qualche consiglio su cosa è importante valutare prima di acquistare un divano. Certo, nessuno ha scritto che risolverà tutti i tuoi problemi alla schiena, ma per ora va bene lo stesso.
Così decidi di mettere il divano nel carrello. Non è come portarlo alla cassa: non senti nessun vincolo e hai tempo di pensarci con calma. È solo per non perderlo di vista. E se non lo compri, nessuno si offenderà. Posi l’iPad e ti prepari per goderti la serata con gli amici tornati dalla gita fuori porta.
A cena scopri che in realtà tutti comprano online: il tuo vicino ha comprato le sedie di Kartell che ha in cucina, i bicchieri e il servizio di piatti che state usando, la tua fidanzata le scarpe che indossa e tre nuovi cuscini mentre eri andato un attimo in bagno. Sostiene anche che tua madre ordina online i detersivi. E perché tu non lo fai?
Tornati a casa, prendi l’iPad, ti sdrai sul letto e torni sul famoso sito di arredamento. Il tuo carrello è ancora lì con il nuovo divano che ti aspetta. C’è anche un piccolo sconto nella tua casella di posta perché ti sei iscritto alla newsletter! E scopri che sul sito vendono anche i calici per i rossi barrique fatti proprio come li volevi.
Aggiungi i bicchieri al carrello, due click per il pagamento e ti arriva un email che ti ringrazia per l’acquisto: l’ordine è stato effettuato. Consegna prevista tra qualche settimana. Hai tutto il tempo per goderti qualche gita fuori porta – e gli ultimi film sul tuo vecchio, scomodo, stupendo, divano.
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