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La fabbrica di cioccolato italo-africana

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Ci sono le vie stretteche ricordano i caruggi liguri e c’è un’ariosa passeggiata sul mare. C’è un centro città che ricorda Torino, o forse viceversa, disegnato dagli spigoli degli alti palazzi bourgeois di fine Ottocento – tra stucchi e decori liberty, solo angoli esatti: trenta, quarantacinque e novanta gradi.
C’era anche un treno, un tempo, che congiungeva la città con le vallate italiane al di là del confine. Grazie alle famose gallerie a forma elicoidale, scalava le Alpi Marittime per poi scivolare lentamente fin sulle rive della Costa Azzurra. Fino a Nizza, dicono gli italiani. Nissa, per i suoi abitanti più anziani.
Sarà il profumo a indicarti la strada appena metti un piede fuori dal portone di casa. Un profumo dolce, morbido, che ti indicherà la boulangerie più vicina. Farai un po’ di coda – c’è sempre qualche cliente in una boulangerie rispettabile – ma potrai portare via con poche monete due croissant au beurre e un pain au chocolat. In alcune puoi anche sederti e chiedere un caffè. Forse troverai seduto qualche piemontese: vanno tutti pazzi per l’impasto al burro dei panettieri francesi.
Ora puoi incamminarti verso la città vecchia. Le edicole lungo la strada offrono quotidiani freschi di giornata, in qualsiasi lingua e di qualsiasi nazione. Ma la tua meta è quella dei più curiosi: Cours Saleya, luogo dei mercati di piazza nizzardi. Uno al giorno, almeno. Dal marché aux fleurs, il mercato dei fiori che apre quotidianamente, a quello delle cartoline antiche che si tiene il quarto sabato del mese, al mio preferito: il mercato d’antiquariato del lunedì.
Ti accorgi che è arrivata l’ora di pranzo perché i tavoli dei bistrot si sono popolati. Ti sei perso nei vicoli della città vecchia attorno a Cours Saleya, tra bancarelle turistiche e piccole librerie di quartiere. Hai preso due copie dei romanzi della Yasmina Reza. Ora è tempo di trovare qualcosa da mettere sotto i denti, qualcosa di semplice, giusto per sfamarti e continuare a passeggiare: la migliore attività che si può fare in città.
Ci sono i bistrot lungo le numerose vie pedonali. O puoi tornare in una boulangerie per soddisfare una di queste tre curiosità: scoprire come fanno la farinata a Nizza, ordinando una socca; affidarti ai gusti forti di una pissaladière, focaccia farcita con cipolle, acciughe, aglio e olive; oppure usare il nome corretto del grande panino imbottito farcito con gli ingredienti di una salade niçoise che vedi dietro la vetrina e che si chiama pan bagnat.
La brezza della Baia degli Angeli è un sollievo, anche d’estate. Una passeggiata sul primo lungomare della città, voluto dalla comunità britannica locale due secoli fa per attraversare il fiume che lì sfociava, e che ancora oggi conserva il nome di Promenade des Anglais.
Puoi sfogliare un quotidiano o il tuo libro seduto tra chi pattina e chi pedala sulla ciclabile, o adagiarti sui ciottoli delle spiagge libere - e molto frequentate. Sullo sfondo il Grand Hotel Negresco che nel Royal Lounge mette in mostra uno spettacolare candelabro Baccarat di oltre sedicimila cristalli.
Commissionato dallo Zar Nicola II, il candelabro non fu consegnato a causa della Rivoluzione d’Ottobre. Esattamente un secolo fa, Nizza e tutta la Costa Azzurra furono mete sicure per gli aristocratici russi caduti in disgrazia - e il loro carico di pietre e oggetti preziosi con cui mantenersi.
È ora di rientrare verso la Vieux-Nice, passando per place Massena e il boulevard Jaurès, tra i negozi dei corsi alberati e le vetrine delle Galeries Lafayette. Sullo sfondo la verde collina del castello - non fate l’errore di salire per cercarlo, è stato abbattuto - nasconde il porto vecchio e un’altra parte di città, da esplorare domattina.
Per ora nelle piccole piazze che si affollano di turisti puoi concludere la ricerca del dehor perfetto per gustare un bicchiere di Pastis e aspettare l’ora di cena chiacchierando all’aperto.
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