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Il caso Copenhagen: quando il design arreda gli aeroporti
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A inizio aprile il Salone del Mobile ha concluso il primo round di fiere del 2017. Colonia, Parigi, Stoccolma, Francoforte e poi Milano: è tempo di collegare i puntini lasciati sulla mappa e vedere il futuro prendere forma. Quattro mesi di suggestioni in giro per l’Europa che portano alla ribalta un’idea di luce - anzi, due.
Una barra scura sostiene cupole di vetro e sfere di luce in evidente disequilibrio. Anelli di luce si intersecano tra di loro con continuità, la forma è irregolare e sembra assecondare la forza di gravità. La luce non sta illuminando qualcosa, ma sta parlando di se stessa. Cosa racconta?
Sminuire quel che si è visto in questi primi quattro mesi, parlando con semplicità di una nouvelle vague di oggetti luminosi, forse sarebbe corretto, ma superficiale. Anche se il 2017 registra, come spesso accade, delle implicite convergenze tra i designer e i brand di illuminazione più noti e acclamati, il punto di contatto non è un colore o un materiale, è molto più in alto del solito: è astratto. Quest’anno, la luce è arte.
L’illuminazione creata per questo 2017 è spettacolo e sorpresa, è una forza vitale capace di modellare gli spazi e plasmare nuove dimensioni. Ha un forte accento scenografico e forse parla più facilmente di ristoranti e prestigiosi alberghi che di interni domestici.
Ma sicuramente è creatività allo stato puro, è il design che torna a esprimersi come forma artistica dedicata alla vita quotidiana e lo fa in modo così esplicito da costringere a ragionare, subito dopo l’estasi. Così come accedeva ai tempi delle avanguardie sperimentali che ponevano le basi per nuove rivoluzioni tecniche. Sarà colpa del LED?
Una deriva verso l’arte molto affascinante e ben controbilanciata. A chi mi rivolgo quando devo illuminare la scrivania per lavorare o il tavolo per cenare? Agli stessi designer e produttori di prima. Perché nel 2017 la luce, quando non è arte – fonte di meraviglia e ispirazione – è tecnologia, è domotica. È luce al servizio delle persone senza nessun compromesso: funzionalità e efficienza.
L’esempio più eclatante nel nascente panorama del’Internet of Things sono le applicazioni per smartphone che i singoli brand dell’illuminazione mettono in mostra alle fiere: sistemi integrati di luci e comandi in remoto, studiati per essere funzionali e divertenti - almeno così mi è sembrato al Salone quando per oltre dieci minuti ruotavo e regolavo le luci del soffitto dello stand Flos a Euroluce 2017 giocando con un iPad.
I marchi della luce compiono un balzo in avanti, verso il futuro: il moltiplicarsi di sistemi proprietari - una sorta di corsa agli armamenti - è la cartina tornasole di una nuova tecnologia che inizia a diffondersi sul mercato.
In ogni caso, la decisione dei produttori di luci di investire anche ai margini della loro attività, nei software per il controllo della luce, è il segno di un 2017 digitale. Come gli anni a venire.
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