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5 mete dove andare in vacanza in autunno

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I Rolling Stones ci hanno intitolato un disco: Tattoo you, quello di Start me up. Sulla copertina, Peter Corriston rese il volto di Mick Jagger quasi irriconoscibile, coprendolo di tatuaggi tribali.
Vent’anni dopo, Christopher Nolan dedicò ai tatuaggi un altro fiore all’occhiello della pop culture, Memento, un film a cui l’Internet Movie Database dà un bell’otto e mezzo su dieci.
Oggi, dopo altri vent’anni, il concetto di inchiostro sotto pelle è sdoganato. Canada e Stati Uniti guidano le classifiche e il vecchio continente insegue. Secondo un recente report della Commissione Europea, circa otto milioni di italiani hanno almeno un tatuaggio.
E magari se ne sono già pentiti.
Che tu sia al primo o all’ennesimo, ecco le 5 cose che devi sapere prima di scorrere il feed del tuo prossimo tatuatore. Partendo da una premessa: c’è un ago coinvolto, quindi si tratta a tutti gli effetti di una procedura chirurgica.
L’igiene prima di tutto. Il passaparola in questi casi può essere d’aiuto ma, per individuare il tuo artista, ti conviene andarlo a trovare nel suo studio. Che, per quanto possa apparire poco poetico, deve odorare di disinfettante. Un po’ come quando entri in ospedale.
Immagina il body artist alla stregua di un chirurgo sui generis: quando ti preparerai a farti tatuare dovrà accoglierti con guanti di lattice, pellicola trasparente fino ai gomiti e mascherina protettiva. I pigmenti utilizzati devono essere sempre nuovi, gli aghi usa e getta o conservati in pacchetti sigillati.
Lo stile, le liste d’attesa e la simpatia vengono dopo.
Sì, fa male, ma molto dipende dalla posizione che scegli e, ovviamente, dalla tua soglia del dolore. Pare che i posti meno dolorosi siano la coscia, il bicipite esterno e la parte superiore del polso: sentirai come una lieve puntura prolungata man mano che il tatuatore procede con il disegno.
Scegli le mani, i piedi e il costato solo se sei molto motivato e coraggioso.
Ovviamente il prezzo non è fisso e varia in base al tatuatore e alle dimensioni del disegno, ma ci sono due buone notizie.
La prima è che in occasione delle convention puoi prendere un appuntamento e farti tatuare un soggetto a costo fisso. Se c’è di mezzo un concorso, poi, è possibile che tu non debba pagare proprio nulla, perché diventerai una specie di sponsor vivente per il tatuatore.
La seconda è che, secondo lo Yeay Global Tattoo Index, Roma è al 25° posto nella classifica delle 100 città in cui conviene di più farsi fare un tatuaggio.
Lo sapevi che Tahiti è la città in cui si regalano più tatuaggi?
A opera d’arte conclusa, dovrai tenere la parte coperta con la pellicola trasparente per qualche giorno. Per lavarlo, sarà meglio tamponare, non strofinare, e usare detergenti delicati. Subito dopo, dovrai spalmarlo con un velo di crema antibiotica o cortisonica.
Ti sei pentito? Hai due possibilità: coprire il tatuaggio con un nuovo soggetto (il cosiddetto cover-up) oppure ricorrere alla rimozione chirurgica.
Nel primo caso, molto dipende dalla fantasia dell’artista. Nel secondo, dovrai armarti di pazienza. Oggi si usa il laser Q-switched, una tecnica non dolorosa ma che richiede un numero di sedute variabile a seconda di quant’è grande il tatuaggio e anche di quali colori include: giallo e verde sono molto più difficili da togliere rispetto a nero, blu, rosso e marrone, e il bianco è quasi impossibile da cancellare.
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