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Sono passati trent’anni dal 1987, quando gli U2 pubblicavano The Joshua Tree e in TV esordiva la serie animata The Simpson. Eppure certe creazioni superano indenni il passare del tempo e riescono a essere contemporaneamente intramontabili e figlie della loro epoca.
Come la lampada da tavolo Tolomeo di Artemide: l’architetto Michele De Lucchi la progettò per il proprio studio assieme a Giancarlo Fassina, senza sapere che la sua penna stava tracciando il profilo di un’icona.
Best seller dal primo anno di produzione e Compasso d’Oro nel 1989, Tolomeo è oggi una famiglia che include una gamma infinita di varianti e dimensioni. Per soddisfare la richiesta internazionale, Artemide le ha destinato un’intera fabbrica che produce più di mezzo milione di lampade all’anno: da tavolo, ovviamente, ma anche da parete, da terra e a sospensione. In molteplici versioni (micro, mini, midi, mega, perfino XXL) e finiture.
Progettare una lampada da architetti osservando i pescatori: ti sembra ardito? Eppure è così che nacque Tolomeo. Michele De Lucchi aveva in mente il modello delle lampade a molla tradizionali, ma anche il sistema che usano i pescatori per sostenere la rete da pesca: «una corda che permette loro di manovrare in alto o in basso la posizione della rete», racconta il designer in Perché un film su Michele De Lucchi (Alessio Bozze, 2013).
L’obiettivo era semplice: permettere all’utilizzatore di spostare la testa della lampada facilmente, con una mano sola e in infinite posizioni, grazie al meccanismo di equilibratura a molle. E poi c’è il piccolo foro sulla testa: un altro lampo di genio, che serve a disperdere il calore della lampadina. Oggi rimane, anche se con la nuovissima versione a LED non ce n’è più bisogno.
Per un design studiato così attentamente, il nome non poteva che essere tratto dal mondo scientifico. Quello del matematico e astronomo vissuto ad Alessandria d’Egitto nel II secolo d.C. fu scelto da una lista stilata da Ernesto Gismondi la notte prima che la lampada venisse presentata al Salone del Mobile.
Se un’idea è vincente, la puoi declinare in innumerevoli versioni. Così, per gli irriducibili appassionati, Tolomeo esiste in decine di varianti e dimensioni. Dalla micro da tavolo, alta appena 37 cm, alla XXL da terra, che tocca quasi i tre metri.
La chiave del suo successo risiede anche nella semplicità, che ne fa un modello trasversale, adatto al living come allo studio, ad ambienti privati e contract, classici o contemporanei. Poi c’è l’ingegneria semplificata al massimo, che consente una produzione industriale efficace: la lampada è tenuta assieme grazie alla tensione delle molle e conta solo una vite in tutta la struttura.
E infine il design versatile, in cui ogni componente può diventare a sua volta una lampada indipendente.
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