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È martedì mattina e sono già in ritardo, è la Milan Design Week 2017 e si respira entusiasmo ovunque, la metro è straripante e fa caldo: davvero è solo il 4 aprile? Mentre guardo i volti delle persone intorno a me, mi chiedo chi ci sia sulla linea rossa fino a Rho quando non c’è il Salone del Mobile.
Salgo la scala di ingresso – stipatissima di gente – e vedo i miei compagni di avventura che mi aspettano. Mi capita di rado di condividere l’emozione della fiera con qualcuno e sono contenta che con me ci siano due colleghi questa settimana. Adoro vedere i loro nasi all’insù, tipici di chi non gira 20 fiere all’anno. Ah, tornare alla prima volta.
Partiamo da Euroluce, esposizione biennale dedicata all’illuminazione, quattro padiglioni strabordanti, luminosi e stupendi, fatti di tecnologia, innovazione e oggetti straordinari. Sì, perché è qui che il design si fonde con la luce creando giochi meravigliosi. Tra gli stand ritrovo i trend degli ultimi tempi, materiali preziosi e lussureggianti come l’ottone, i metalli e il vetro soffiato – e ancora tantissimo bianco e infinite sfumature di led.
A Euroluce i grandi brand si fanno forti delle loro collaborazioni strepitose e ci regalano, all’interno dei loro stand, piccoli musei d’arte. Colpisce Flos con le sue creazioni del giapponese Nendo – o il più classico ma mai banale Philippe Starck, e Konstantin Grcic e anche Lissoni.
Poi faccio un tuffo nel mondo iconico di FontanaArte e ritrovo il bianco, il vetro soffiato e i pezzi unici che hanno fatto la storia del brand, una “rispolverata” in grande stile. E che dire della nuova collezione Yanzi di Artemide, un tuffo nel lontano oriente? Sono estasiata.
Mi guardo attorno e noto che l’innovazione è ovunque, nelle forme e nella tecnologia, lo studio sulla domotica sta diventando parte integrante delle collezioni. Nessuno, però, pare perdere di vista i trend dell’anno e allora ovunque scoviamo piante, cactus, greenery, pattern giocosi, creati per stupire i visitatori provenienti da ogni parte del mondo che non perderanno l’occasione di pubblicare una foto su Instagram.
Passiamo ai padiglioni tradizionali, quelli che ogni anno si riempiono di stand megagalattici dei brand che hanno fatto la storia o che sperano di farla in futuro lanciando nuovi prodotti di ispirazione o mescolando le icone di sempre con le novità del momento.
Dovunque mi giro vedo piante, piante vere, piante finte, piante di materiali sconosciuti, fiori bellissimi e rimandi al lontano Oriente. Mi piace, mi piace da impazzire. Ho mai detto che oltre al design adoro i fiori, i cactus e i fenicotteri? Non riesco più a capire se mi sono sempre piaciuti o se mi piacciono da quando i miei occhi li captano ovunque. Stasera mi prendo 10 minuti per ragionare e capire se sono venute prima le fiere o i fenicotteri.
In ogni caso, se è questa la vostra domanda, la risposta è: sì, i pattern sono ovunque, sulle carte da parati, sui cuscini coloratissimi e sulle credenze di brand che non ti aspetti.
I più classici tra i produttori invertono la tendenza e il divano da interni può diventare anche di materiale plastico (come lo definiremmo noi comuni mortali che non capiamo a fondo la differenza tra tecnopolimero, polipropilene e policarbonato, ndr), ma sempre completati da cuscini e imbottiture di materiali pregiati, così come le sedie e i coffee table.
I materiali che siamo abituati a vedere si fondono con i nuovi materiali e allora il tavolo non è più di metallo o di legno ma può essere di entrambi i materiali, può essere di ottone e marmo che sono sempre più presenti nelle collezioni, ma anche di materiale plastico e vetro o di legno e plastica.
Le forme si assottigliano e tutto diventa leggero, le mensole quasi invisibili, gli arredi da parete sempre più sofisticati e ogni linea è ormai scomparsa alla vista. Però aspetta: perché sono accompagnati da complementi eccentrici, dai colori brillanti e forme esagerate, che strappano un sorriso.
Sono felice cha anche questo mondo incantato del Salone del Mobile, che fino a pochi anni fa mi sembrava la fiera della serietà per eccellenza, oggi si prenda un po meno sul serio e si lasci trasportare dai colori, dagli animali che si trasformano in tavolini o lampade e da pattern che pochi anni fa sembravano provenire da una galassia lontana.
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