«Siamo fatti della sostanza di cui sono fatti i sogni», recitava il personaggio di Prospero in una delle mie commedie preferite di William Shakespeare.
Oggi il poeta inglese potrebbe azzardare addirittura un «Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i bit».
E l'arte, come sempre, è al passo con i tempi.
Il 21 Giugno scorso ha aperto a Tokyo il Mori Building Digital Art Museum, il primo museo digitale al mondo. Il concept nasce dalla collaborazione tra la Corporate Mori Building, mecenate della cultura e dell’arte, e il collettivo artistico giapponese teamLab.
Mori Building Digital Art Museum, TokyoSituato a Palette Town nell’isola di Odaiba, il Digital Art Museum è uno spazio unico nel suo genere: un labirinto sterminato di 10.000 metri quadrati il cui scopo è quello di abbattere i confini tra l’uomo e l’arte, permettendo un’immersione totale nelle opere.
Delle installazioni che riempiranno il museo, tutte firmate da teamLab, sappiamo che saranno un trionfo di luci e colori e saranno ispirate dalla bellezza dei fenomeni naturali.
Una scelta in linea con le altre opere del collettivo: chi ha avuto modo di visitare le loro sedi, infatti, racconta di veri open space aziendali, dove un gran numero di professionisti molto diversi tra loro – da programmatori ad architetti – progettano le proprie opere d’arte servendosi dei mezzi tecnologici più avanzati.
Una perfetta fusione futuristica tra arte, scienza e creatività.
Mori Building Digital Art Museum, TokyoIl Rinascimento ha consacrato la prospettiva nell'arte, il Cubismo l'ha distrutta e ora sarà il Digital Art Museum a inaugurare un nuovo modo di fare esperienza dell'arte.
Non esistono più i convenzionali piani di lettura di un'opera quando è il visitatore stesso a diventare tutt’uno con l’arte. È l'inizio di un'epoca iperimmersiva, coinvolgente e, soprattutto, totalizzante.
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