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Il design nell’era di Instagram
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Sdraiata sul divano, rapita da una totale astenia festiva, pensavo intensamente al nuovo pezzo di Taylor Swift e allo smartphone che avrebbe potuto riprodurlo se solo l’avessi avuto a portata di mano.
Ho iniziato a visualizzare il dispositivo con tutta l’intensità di cui sono capace, sperando si materializzasse ai piedi del mio Bonaldo, ma niente.
Di lì a poco ho deciso che Google Home era diventato un acquisto irrinunciabile.
Google Home è lo smart speaker prodotto dal colosso di Mountain View approdato sul mercato italiano poche settimane fa. Così lo intendono i tipi svegli.
Per i pigri come me, Google Home è molto di più che un amplificatore: è un vero e proprio maggiordomo digitale.
Noi, tribù dell’elogio dell’ozio, non siamo in pochi. Secondo una ricerca effettuata da Find in collaborazione con Duepuntozero Doxa, 3 italiani su 4, dopo il lancio negli Usa, avrebbero con ansia atteso Google Home per:
Credo di rientrare in tutte le fette di questa torta statistica – eccetto che in quella delle ricette. In cucina sono abbastanza brava da sbagliare tutto senza l’aiuto di nessuno.
Google Home e la sua versione mini si possono acquistare dal 27 marzo scorso nello store online Google o nelle catene di elettronica al prezzo rispettivamente di 59 e 149 euro.
Pigri bisognosi di assistenza e attivi geek–curiosi concordano: Google Home si trasforma immediatamente in una presenza rassicurante e di compagnia.
Una volta acceso e scaricata la relativa app, il dispositivo si configura automaticamente e, da lì in poi, non ci lascia praticamente più soli.
Risponde solerte alla nostra voce non appena l’avremo configurata come voce del proprietario e si attiva – un po’ tenero, un po’ ridicolo – ogni volta che qualcuno, nel bel mezzo di una conversazione tra umani, pronuncia una frase del prontuario italiano riconosciute dal sistema (il comando Riproduci, per esempio).
Anche se disattivato, i suoi led rimangono accesi come occhi di un gatto di casa.
Google Home e Google Home Mini sono dei perfetti altoparlanti per la musica, pensati il primo per l’intero ambiente domestico e il secondo, più piccolo, per la scrivania o il comodino della stanza da letto.
Sono inoltre le orecchie e le corde vocali dell’Assistente Google su smartphone, che puoi interpellare per impostare timer e sveglie, controllare il meteo prima di uscire dal letto, conoscere le calorie dei biscotti che stai divorando sul divano.
E, un giorno, potrà anche farti il caffè: basterà connettere Google Home a una macchina del caffè con sistema domotico di controllo a distanza. Non appena l'avranno inventata, chiaramente. A oggi, infatti, le terze parti con cui Google Home si interfaccia sono relativamente ridotte: Google Play Musica, TuneIn Radio e Spotify per la riproduzione musicale, Youtube e Netflix per i video. Ma siamo solo all’inizio e la lista diventerà molto lunga.
Come cambierà il nostro modo di abitare e intendere la casa con il digital home assistant? In Italia la linea di prodotti per l’illuminazione Philips Hue e i termostati Tado sono tra i pochi elettrodomestici smart pronti a interagire con il protocollo Google.
Se il design ci semplifica la vita e gli oggetti servono a fare compagnia, come diceva Achille Castiglioni, non puoi che aspettarti grandi cose da questo dispositivo che sintetizza le più sacre verità del design.
Bene il caffè ma anche dimmer, irrigazione, sistemi di cottura, inclinazione, configurazione e manutenzione di sedute, mobili e complementi, regolazione di impianti di riscaldamento e refrigerazione.
Google Home, faccaldo.
Google Home, ho voglia di qualcosa di buono.
Google Home, mio marito è rientrato a casa prima del solito? Era con qualcuno?
Siamo solo all’inizio e siamo curiosi, molto curiosi.
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