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È arrivato il momento di Maison Objet 2017 e siamo alle solite: scendo dall’aereo con il mio cappottino fiorato piena di buone speranze, ma a settembre a Parigi il mio cappottino dà solo l’impressione che io sia una malinconica nostalgica dell’estate e… ho freddo. Molto freddo.
Sette e trenta del mattino: oggi è il giorno di Maison Objet 2017. Arrivo in fiera e finalmente è arrivato il momento magico: un tiepido pain au chocolat, prima di iniziare una nuova giornata francese.
Come sempre a Maison Objet è nel Padiglione 7 che si scrive la storia. Sì, ok, sto esagerando, ma in realtà è nel Padiglione 7 che si vedono i trend di stagione ed è proprio qui che mi trovo riflessa su ogni parete, in ogni stand: ci sono specchi ovunque. Largo alla vanità!
Devo essere sincera: ci ho messo un po’ a capire cosa ci fosse di particolare ma quando l’ho realizzato non ho potuto più fare a meno di fare self... ehm, di specchiarmi e apprezzare la qualità del prodotto. Le pareti e le decorazioni sono protagoniste a Maison Objet 2017 – e non solo nel living room. Oggetti e dettagli arrivano numerosi anche in camera da letto e lo fanno in un modo molto… riflessivo.
Grazie a Maison Objet da oggi tutto, proprio tutto, davvero tutto, deve essere perfettamente circolare, incredibilmente rotondo, obbligatoriamente sferico o... come vogliamo definirlo? Tutti gli specchi, che siano da appoggio o da parete, così come i pouf, le lampade, le scatole porta oggetti, i sottopiatti, i vassoi, i porta candele… tutto, dico tutto, è tondo.
A un certo punto mi sento in trappola tra gli stand di Maison Objet: mi sento come in un labirinto dove tutto è uguale. Se non sei uno specchio devi essere tondo, se non sei tondo devi comunque essere una forma geometrica regolare e ben definita.
Ma se sei tondo e geometrico insieme e magari anche uno specchio, allora hai vinto. Ogni brand da nord a sud, da est a ovest, affermato o meno, mi propone la stessa cosa: decorazioni per la casa dalle forme definite, geometricamente geometriche. Basta, vi prego.
Era una tendenza che in parte avevamo notato anche a gennaio e ora è affermata: la casa si fa scura. Diamo il via alle pulizie di settembre e rinnoviamo le stanze con un tocco di scuro qua e là. Addio tinte pastello, è stato bello condividere tutto questo tempo assieme.
Adesso i divani sono di pelle, velluto o anche di cotone, ma sono scuri. Al massimo grigi, dai. Il legno non è più quasi bianco ma piuttosto un noce ben definito. I tavolini, le madie, le librerie, le mensole non sono più scandi-wood-white ma di ottone, di metallo, di ferro. E rigorosamente scure.
No, non ho detto rame, mi raccomando, ottone!
L’oggettistica, le lampade e i vetri in generale diventano fumé mentre la casa prende un forte gusto vintage. La domanda, allora, sporge spontanea: il vintage sarà il nuovo scandi? Per ora l’importante è non fare il grande errore di esagerare e sfociare nell’etnico!
E il verde? Il Greenery? Che fine hanno fatto? In qualche modo era ovvio: d’inverno devi avere il pollice davvero verde perché le piante sopravvivano… I pattern si sono fatti naturalmente più scuri, autunnali, e le piantine che fino a pochi mesi fa erano ovunque non sono sparite del tutto – sarebbe omicidio! – ma sicuramente hanno lasciato spazio a decorazioni meno vitali.
Cosa manca a Maison Objet quest’anno? Quello che mancava l’altro anno. E quello prima. Direi: un po’ di diversità.
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