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La volta che mi hanno mandato in avanscoperta: Cersaie 2017

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Sessant’anni e non sentirli: dopo una lunga e meritata carriera, la Fiat 500 (l’originale, quella di cui cinquecento era la cilindrata) è entrata ufficialmente a far parte della collezione permanente del MoMa di New York, il museo di arte moderna che più di ogni altro consacra il design moderno alla fama e all’immortalità.
L’ingresso della Fiat 500 al MoMa in occasione del suo sessantesimo anniversario è il pretesto giusto per tentare di rispondere a una domanda che coinvolge il disegno industriale a tutto tondo e che riguarda ben due icone del design Made in Italy.
La domanda è legittima. La somiglianza è fortissima, ma questo non è l’unico indizio. Achille Castiglioni e suo fratello Pier Giacomo avevano una passione particolare per una certa forma di design industriale che potremmo definire funzionale e curioso, capace di raccogliere spunti e pezzi e assemblarli in qualcosa di completamente nuovo, utile e pratico.
Paola Antonelli, oggi curatrice del Dipartimento di Architettura e Design del MoMA e ben prima allieva di Achille Castiglioni, ha raccontato più volte che per il suo maestro il design nasceva in gran parte dall’osservazione: un altro indizio, dottor Watson.
La Fiat 500 nasce nel 1957 e ha subito successo. Nel 1962, cinque anni dopo, entra in produzione grazie a Flos la lampada disegnata dai fratelli Castiglioni. I tempi potrebbero suggerire un legame tra l’auto e la lampada e i ricordi di Paola Antonelli sembrano suggerire che…
Innanzitutto il nome. Toio è un gioco di parole, una trasposizione dall’inglese toy, giocattolo. Un nome straniero che ci porta oltre il confine del Made in Italy. Ed è là, oltre confine, che effettivamente troviamo la risposta alla nostra domanda: la sorgente luminosa della Toio è un fanale, ma non è il fanale della Fiat 500.
Sembra siano gli stessi Achille e Pier Giacomo ad averlo detto e anche l’archivio storico di Flos lo confermerebbe: è il fanale di un’automobile americana. L’ispirazione arriva da oltre oceano. E Sergio Polano, nella biografia intitolata Achille Castiglioni 1918-2002 edita da Electa, lo mette nero su bianco:
Non resta che constatare che i ricambi d’auto al MoMA sono più di uno. E che la risposta dunque è: no, la lampada della Flos Toio di Achille e Pier Giacomo Castiglioni non è il fanale della Fiat 500. E non provate a montarlo.
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