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Se non sai come dirlo, crealo
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Se non sai come dirlo, crealo

Mi piace pensare che la prima parola mai pronunciata dall’uomo – e quindi forse la più istintiva – servisse per indicare casa. Certo, doveva suonare ancora piuttosto goffa, ma era sicuramente intenzionale, non più imprecisa. 

Casa: il luogo sicuro dove tornare e dove ti aspetto, che divide con le sue pareti fisiche il sicuro dall’incerto, il punto di riferimento per eccellenza – inequivocabile. Non male come punto di partenza per un’avventura come quella del linguaggio.

Loquor, ergo sum: come l’uomo ha iniziato a parlare

Il linguaggio è uno strumento che nasce per soddisfare una richiesta precisa, quella di trasmettere informazioni. Per poterlo fare nel modo più coerente possibile, ha bisogno di essere preciso e univoco – cioè condiviso – non solo nelle sue sfumature ma anche nelle sue regole. L’uomo ha sempre avuto bisogno di stabilire un qualche accordo logico per poter essere compreso, inizialmente dalla sua cerchia ristretta e poi, man mano che gli orizzonti del suo mondo si allargavano, anche dagli altri.  

Non è la lingua a essere innata nell’uomo, ma lo è il suo desiderio di relazionarsi e di comunicare, esattamente come avviene per ogni altro essere vivente: pensa all’ululare dei lupi o ai colori della velenosa amanita.

Per i tuoi antenati, parlare era un modo di descrivere quanto li circondava e di raccontarlo, un’alternativa a dipingere sulle pareti delle grotte – decisamente più pratico, in effetti, perché un discorso ha, tra i suoi grandi pregi, quello di essere facilmente trasportabile e raggiungibile. 

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Con tutto il rischio del telefono senza fili, certo, ma per fortuna all’epoca non c’erano ancora abbastanza parole per creare fraintendimenti.
Mar CerdeiraMar Cerdeira

Nuove parole per nuovi orizzonti

Più l’uomo esplora, immagina e scopre, più gli orizzonti del suo mondo si allargano. Di conseguenza, anche gli orizzonti del codice che usa per descrivere questo mondo devono ampliarsi. È esattamente così che nascono parole nuove. 

Che sia binge-watching o kebabbaro, una parola che prima non c’era nasce da un bisogno, quello di descrivere qualcosa e di indicarlo in modo inequivocabile. Una parola, quindi, tenta il più possibile di essere in linea e in aderenza con il mondo, soprattutto culturale, in cui viene inserita. O anche: di essere utile. 

Tornando alle grotte, però, una delle teorie più accreditate è che i dipinti e le incisioni fossero anche – se non solamente – rituali propiziatori. Il loro scopo era dare forma a qualcosa che si voleva fortissimamente che accadesse ma che non era ancora successo e che, quindi, non esisteva ancora. 

Sin dal principio, quindi, l’uomo ha sentito il bisogno di comunicare due cose: da un lato, il mondo che lo circondava e, dall’altro, il mondo che già cominciava a immaginare.

Decorazione da parete Hello
Lampada al neon Blue Shades
Specchio decorativo Love
Tavolino Macchina Da Scrivere diam. 70 cm
Poster Play with the masters of Architecture
Pouf Fashion Mini Bull

La missione del Dictionary of Obscure Sorrows

Se sulla realtà oggettiva la tendenza è mettersi d’accordo il più possibile per evitare di litigare per giorni interi, come nel caso del vestito oro e nero o blu e bianco – ma tu, poi, come lo vedevi? – su quello che si agita all’interno siamo ancora in alto mare. Pare che millenni di parole, scritte e pronunciate, non siano ancora stati sufficienti. 

È ciò di cui si è reso conto John Koening, l’ideatore del Dictionary of Obscure Sorrows, letteralmente il dizionario delle tristezze indefinite, quelle che davvero, per quanto ti sforzi, non riesci a capire se le provi perché è una giornata no, hai dormito male o semplicemente sei una brutta persona. 

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Ogni definizione è originale e punta a riempire un vuoto del linguaggio, per dare un nome a tutte quelle emozioni che tutti abbiamo sperimentato, ma che ancora non hanno una parola che le indichi.
John Koenig

Le parole di Koening sono nuove perché sono inventate – come d’altronde è ogni parola e il linguaggio nella sua totalità. Ma non sono assurde: vengono create da Koening secondo precise regole grammaticali ed etimologiche condivise e attestate, il che non fa di loro parole sbagliate, ma, a tutti gli effetti, parole nuove. Esattamente come è successo con petaloso. 

Pana VasquezPana Vasquez
Poltroncina Jolly Roger
Poltrona monoblocco Nemo fissa opaca
Vaso Mexico

Dimmi di cosa hai bisogno

Per dirlo con le parole di Paul Archer, il problema di design nasce da un bisogno. 

Proprio come una parola, un oggetto di design è un tentativo di riempire un vuoto reale, per migliorare l’esperienza che l’uomo fa del mondo. E, quando ci riesce, la sua evidenza è tale che chiunque riesce istintivamente a farlo proprio. 

Un buon oggetto di design è come una lampadina che si accende: ha la stessa carica di soddisfazione di quando esclami Ecco qual era la parola che stavo cercando!

Austin ChanAustin Chan
Lampada da tavolo Pipistrello Mini con controllo touch e dimmerabile
Lampada da tavolo Royal
Lampada da tavolo Monkey seduta - Second Chance
Lampadario Favourite Things
Tavolino Fairytales
Tavolino Fizz Table basso
Appendiabiti Birds On Wire
Poltroncina Love
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