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Portarotolo

La scelta di aggiungere carattere a un oggetto funzioanle e indispensabile è un'opzione perfetta quando si sceglie di arredare uno spazio ridotto e intimo come il bagno. Per il portarotolo, per esempio, puoi scegliere l'approccio ironico o quello essenziale, senza per questo dover mai rinunciare alla praticità.
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Portarotolo

Così usata e così bistrattata allo stesso tempo, la carta igienica è un oggetto ormai talmente presente nella quotidianità da dare quasi l'impressione di essere sempre esistito. Argomento considerato per certi versi ancora imbarazzante, il rotolo non è solitamente esposto in bagno in bella vista, e la sua presenza viene parzialmente nascosta grazie all'uso di utili portarotoli. Ovviamente le ragioni dietro l'uso di un portarotolo sono anche di natura pratica, considerato che il suo impiego rende l'uso della carta igienica più comodo ed elimina il potenziale disordine del rotolo che, cadendo, sparge carta igienica per l'intero pavimento. Come per ogni altro oggetto d'arredamento inoltre, è possibile sbizzarrirsi con la fantasia anche nella scelta di un portarotolo, in modo da adattarlo al proprio gusto personale e alla stanza, con una nota di allegria e di ironia per un argomento scomodo che crea ancora disagio.


Tanti inventori, un unico prodotto: la complessa storia della carta igienica

La carta igienica come la conosciamo oggi, il comodo e pratico rotolo tenuto in bagno negli appositi portarotoli, ha delle origini relativamente recenti. Il rotolo tradizionale infatti è stato inventato solo alla fine del XIX secolo, da un'azienda americana, la Scott Paper Company (che successivamente sarebbe diventata l'odierna Scottex), stessa ditta che all'inizio del XXI secolo mise in commercio anche il rotolo da cucina. Ma andiamo con ordine: la storia della carta igienica è interessante e ricca di aneddoti curiosi, proprio per la natura un po' "scabrosa" dell'oggetto in sè, e può essere molto divertente ripercorrerne i passi.
Sembra che gli uomini primitive e le popolazioni preistoriche avessero l'abitudine di lavarsi nei torrenti dopo aver fatto i propri bisogni. Questa abitudine era però praticabile solo d'estate o quando la temperatura era abbastanza calda. Durante l'inverno e i mesi freddi invece gli uomini primitivi utilizzavano per pulirsi foglie, ramoscelli o sassi levigati e non appuntiti.

In generale, ogni popolazione nel corso della storia si è notevolmente distinta per il modo in cui le parti intime venivano pulite dopo l'evacuazione, in base a usi e costumi, a materiale a disposizione e a credenze e tradizioni di varia natura. Ciò che è certo è che prima della comparsa della carta igienica, un'impressionante quantità di materiali diversi venivano impiegati per il gravoso compito della pulizia personale. Gli egizi ad esempio si pulivano con sabbia intrisa di olii profumati, gli indiani e gli arabi usavano l'acqua e la mano sinistra e i popoli africani invece la mano destra. Questa tradizione era così forte e radicata nella popolazione che ancora oggi porgere o salutare con la stessa mano con cui secondo la tradizione ci si puliva è considerato un atto di grande offesa, poiché quella mano è considerata "impura". Sembra poi che i Romani usassero un bastone a cui era fissata una spugna imbevuta di acqua salata (come un cotton fioc formato gigante), mentre le classi nobiliari si pulivano con lana intrisa di acqua di rose.

I vichinghi impiegavano scarti di lana di pecora mentre in generale, durante il Medioevo, la gente comune ricorreva a materiali che andavano dalle palle di fieno a frammenti di tessuto vecchio e lacero. Esistono anche testimonianze del fatto che gli antichi Hawaiani utilizzassero i gusci delle noci di cocco, mentre ad esempio gli eschimesi usavano neve e fango. Insomma, ad ogni popolo la sua personalissima scelta, ogni civiltà trovava il materiale più comune e facile da usare per l'innominabile attività.
Sia come sia, la prima vera comparsa della carta igienica è attestata in oriente, più precisamente in Cina (paese dove fu inventata anche la carta). La prima testimonianza scritta in assoluto che attesta la sua presenza risale al VI secolo d.C., per l'esattezza al 589, anno in cui nell'allora medievale Cina uno studioso scrisse facendo riferimento proprio dell'uso della carta igienica. All'epoca probabilmente più che di carta igienica, si trattava semplicemente di carta di scarto, utilizzata quindi per l'igiene personale. Sempre in Cina è attestata l'evoluzione successiva della carta igienica, intorno alla fine del XIV secolo, quando si hanno infatti tracce dell'uso di larghi rettangoli di carta profumata (potevano arrivare anche a mezzo metro di larghezza per uno di lunghezza) fabbricati ad esclusivo uso e consumo della famiglia imperiale (sembra infatti che l'imperatore fosse molto attento all'igiene).

L'uso di questa carta tardò ad arrivare in occidente, dove invece il materiale usato per pulirsi variava in base alla classe sociale. La gente povera e i meno abbienti usavano, come già descritto, foglie, paglia, erba, sassi levigati, mentre le famiglie ricche e nobiliari usavano pezzi di tessuto consumato o anche vecchi merletti. Si ha testimonianza ad esempio del fatto che nei conventi venissero usati pezzi di stoffa ricavati da vecchie tonache ed infatti nel 1558 Monsignor della Casa vi fa riferimento nel suo "Galateo" quando descrive le "pezze degli agiamenti", teli di stoffa appesi accanto ai gabinetti dell'epoca. L'argomento era ancora tuttavia trattato con reticenza e nel settecento vi si fa riferimento con la definizione "carta per usi igienici". Testimonianze varie attestano che alla corte di Versailles per esempio, vecchie stoffe e merletti venivano usati all'occorrenza, accompagnati dall'uso di una considerevole quantità di profumi. Dopo l'invenzione della stampa e la diffusione dei giornali, la carta diventa un materiale così comune da cominciare a essere utilizzato come carta igienica. Non era morbido come i pezzi di stoffa, ma era più economico e facilmente reperibile. La carta più usata era quella dei giornali, ma a volte i nobili potevano usare anche le pagine di certi libri. L'abitudine di usare i giornali o altri tipi di carta è sopravvissuta fino a tempi incredibilmente recenti, in Italia parliamo degli anni '60, periodo del boom economico. La ricchezza che derivò dalla rinascita economica dell'Italia infatti portò benessere in tutti gli strati sociali e la carta igienica entrò nelle case di tutti gli italiani. 

In ogni caso, l'invezione della carta igienica in Occidente è attribuita all'Americano Joseph C. Gayetty. Inventore e imprenditore, Gayetty presentò per la prima volta la sua scoperta al pubblico nel 1857 con il nome di "carta terapeutica". Questa carta igienica aveva un aspetto diverso da quello conosciuto oggi: non era in rotoli ma in fogli separati di un solo strato, 500 per ogni pacchetto che veniva venduto a 50 centesimi di dollaro e che recava ben visibile il nome del produttore. I fogli di questa "carta terapeutica" erano intrisi di aloe e si diceva che prevenissero la comparsa di emorroidi, disturbo che all'epoca era attribuito, tra le altre cose, all'inchiostro dei giornali usati per pulirsi e più in generale al fatto che usare la carta per le parti intime era considerato poco igienico. Ci furono reazioni contrastanti attorno all'invenzione di Gayetty. Alcuni considerarono l'imprenditore un ciarlatano e l'invenzione una frode, altri pensavano che egli fosse invece un genio. Di fatto tuttavia, la "carta terapeutica" non prese mai veramente piede tra gli americani, che reputavano l'uso di un tipo di carta del tutto "nuova" a scopo igienico come uno spreco di risorse e di denaro. In ogni caso, la "carta terapeutica" rimase in commercio fino ai primi anni '20 del XX secolo.

Gayetty fu l'aprifila di una serie consecutiva di invenzioni che migliorarono la qualità e la fruibilità della carta igienica. Nel 1877 un altro Americano, Seth Wheeler, brevettò l'invenzione del rotolo, cambiando quindi il formato dei semplici fogli e successivamente, l'inglese Walter Alcock portò questa innovazione in Inghilterra e di conseguenza nel resto d'Europa. Anche in questo caso tuttavia, la gente mostrava ancora diffidenza nei confronti di quello che era sempre visto come uno spreco, e i rotoli di carta igienica non ebbero molto successo. Senza contare l'imbarazzo che il prodotto in sè ancora creava e il fatto che la gente si rifiutava di acquistare pubblicamente un simile prodotto. La situazione cambiò con la comparsa di tre giovani imprenditori, Thomas Seymour, Edward Irvin e Clarence Wood Scott, i quali fondarono la Scott Paper Company a Philadelphia e cominciarono a produrre rotoli di carta igienica più piccoli di quelli precedentemente messi in commercio. L'invenzione prese finalmente piede e la carta igienica cominciò a diffondersi nelle case (specialmente americane). Già nel 1925 la Scott Paper Company era la principale azienda di produzione della carta igienica al mondo. All'inizio del XX secolo, e precisamente nel 1907, la Scott Paper Company andava così bene che introdusse nel mercato un nuovo prodotto, gli asciugamani di carta. Questi rettangoli di carta più grandi della carta igienica avevano originariamente lo scopo di sostituire gli asciugamani in bagno per evitare contagio e diffusione di raffreddore e altre malattie (per lo stesso motivo sarebbero arrivati qualche decennio più tardi anche i tovaglioli di carta). L'invenzione fu poi perfezionata in modo da essere resa più resistente all'acqua e fu in seguito messa in commercio con il nome di Nibroc Paper Towel. Col tempo il suo uso non fu solo limitato a quello di semplice asciugamano di carta e l'asciugamano di carta si spostò dal bagno alla cucina.

Nel 1935 arrivò dalla Northern Tissue un annuncio importante nel mondo della carta igienica: per la prima volta venne infatti pubblicizzata una carta igienica "senza schegge", problema che aveva afflitto tutte le produzioni precedenti. Era infatti comune che, durante il processo di produzione della carta igienica, delle schegge non fossero eliminate del tutto e rimanessero pertanto nella carta con ovvi disagi che coloro che la utilizzavano. Alla Norther Tissue riuscirono a risolvere il problema, cosa che pubblicizzarono ampiamente. Nel 1942 venne invece prodotta la prima carta igienica a due veli. Questo tipo di carta era più soffice e resistente della precedente, ma allo stesso tempo, essendo costituita da due strati di carta sottile invece che da uno più spesso, si scioglieva più facilmente a contatto con l'acqua. La produzione della carta igienica di oggi, a tre, quattro o persino cinque veli, segue lo stesso principio, la carta è più delicata ma facilmente eliminabile dall'acqua.

Il mondo della carta igienica oggi: design e stile a portata di mano

Con il tempo l'industria della carta igienica si è diversificata enormemente: adesso si trova colorata, a più veli, semplice o decorata, profumata, più o meno grossa o spessa. Il suo utilizzo ha preso definitamente piede dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, nonostante il fatto che ci siano ancora un gran numero di paesi nel mondo che non ne fanno uso. Alcuni la ritengono poco igienica e preferiscono, ad esempio, lavarsi direttamente. In questo senso va ricordata ad esempio l'invenzione giapponese del "washlet", un gabinetto che comprende anche il bidet, gioiello della tecnologia moderna che nel paese del sol levante si trova ormai nella grande maggioranza delle case. 
In un modo o nell'altro comunque, la carta igienica è oggi un bene la cui esistenza e utilizzo, almeno nel mondo occidentale, sono dati per scontati. Quest'oggetto fa così parte della cultura popolare da avere persino dato vita a dei dibattiti di natura sociologica, come la piccola diatriba sull'orientamento che la carta igienica dovrebbe avere quando è retta dal portarotolo, il cosiddetto orientamento "over" (sopra) o "under" (sotto). Non c'è una vera soluzione a questo dilemma, e il problema si risolve facendo riferimento semplicemente ai propri gusti personali. L'argomento dell'igiene personale e di ciò che viene usato per ottenerlo non è certo tabù come lo era un tempo, ma è ancora qualcosa che provoca un certo imbarazzo, quindi anche quando si è in bagno, si preferisce nascondere l'oggetto "incriminato" con un tocco di stile, arricchendo allo stesso tempo l'arredamento della stanza. Per questo scopo il portarotolo è la soluzione ideale, ed esiste una scelta pressoché infinita per quanto riguarda il materiale, la forma o la dimensione. Come oggetto classico, minimale, o anche come un oggetto spiritoso, il portarotolo diventa un espediente per dare un tocco d'allegria al bagno e uno sguardo ironico all'uso della carta igienica, o più semplicemente diventa un oggetto di design ricercato che arricchisce la casa. Da dove cominciare quindi? Come sbizzarrirsi?

Per arredare il bagno con un tocco di stile e allo stesso tempo donare una nota divertente all'ambiente, il portartolo Mr.P The Wiper è l'ideale. Prodotto da Propaganda proprio con lo scopo di trasformare oggetti della quotidianità in prodotti di stile, questo portarotolo ha la capacità di portare un pizzico d'ironia in un ambiente dal design ricercato. Mr.P The Wiper è un portarotolo dalla forma insolita e originale, che risolve il problema della carta igienica sparsa per il bagno, ma lo fa conservando un occhio per il buon gusto e ammiccando allo stesso tempo con divertimento all'uso della carta igienica. Realizzato in plastica e disponibile in vari colori, Mr.P The Wiper è facile da usare, si appende al muro, e il rotolo può comodamente essere preso e riposto al suo interno, in modo che la forma del portarotolo non sia affatto un ostacolo alla sua funzionalità. 

Se l'ironia è quello che si cerca per l'arredamento del bagno allora, un altro prodotto che non si può non scegliere è il simpatico Mr.T. Portarotolo prodotto dalla Monkey Business, Mr.T è in grado di reggere due rotoli, ha una solida pianta e non necessita quindi di essere appeso al muro. Mr.T è l'omino forzuto che sorregge i rotoli di carta igienica di scorta, pronto a salvare la situazione nel momento del bisogno.
Un esempio dal design essenziale e molto semplice è il portarotolo Kali, dalla forma originale in grado di contenere due rotoli di carta igienica. Questo portarotolo si può appendere al muro, così da organizzare meglio lo spazio circostante. Funzionalità e stile in un unico oggetto quindi.
Ancora un altro esempio dal fascino semplice e un po' retrò è il portarotolo prodotto dalla Ferm Living, azienda danese che si ispira alle tradizioni scandinave nella realizzazione di oggetti dall'uso quotidiano. L'essenzialità delle linee e i motivi grafici sono ciò che distingue questo prodotto, e ciò che si ottiene è un oggetto dal gusto contemporaneo e un bagno ricco di stile.

La scelta è altrettanto ricca se si parla di portarotolo da cucina piuttosto che da bagno, il tutto conservando lo stesso gusto per lo stile e la ricerca di un elemento divertente per arredare la casa. Il portarotolo Cane e Gatto di Artori Design ad esempio è molto più di un semplice oggetto funzionale. Realizzato in metallo, rappresenta infatti un siparietto spassoso in cui un cane abbaia ai piedi di un albero verso un gatto che si è rifugiato in alto per sfuggire alle sue grinfie. Un oggetto che mantiene quindi tutta la sua utilità in cucina ma che si è trasformato allo stesso tempo in una scenetta in grado di strappare un sorriso e allietare anche il compito più noioso.
Un altro esempio, molto simile per design ricercato e tocco divertente, è il portarotolo Bunny & Carrott prodotto da Alessi. Questo portarotolo trasforma un oggetto banale e triste in un gioco che, tramite la ricchezza dei suoi colori, allieta la giornata e rende meno gravosi i compiti da svolgere in cucina.
Insomma, la scelta è veramente infinita, le possibilità di rendere la vostra casa un ambiente dallo stile ricercato e personale sono alla portata di tutti, anche attraverso un oggetto piccolo, ma utile e funzionale come un portarotolo.